Regia di Luciano Lucignani, Vittorio Gassman, Adolfo Celi vedi scheda film
Opera strettamente autobiografica il cui unico scopo è quello di fissare come un'istantanea un periodo felice di tre grandi autori-attori del teatro e del cinema italiano. La realtà dei fatti si discosta di quasi nulla rispetto a quella della pellicola: c'è il monologo 'scespiriano' di un Gassman istrione, alcolizzato e politicamente scorrettissimo; c'è l'impegno civile e sociale di Lucignani, sinistrorso a oltranza; c'è la fortunata parentesi brasiliana di Celi. Ma soprattutto ci sono tre grandi pensieri che si incontrano e si scontrano, fra serio e faceto, fra gag, filosofia spicciola e massimi sistemi. Regia bizzarra e vivace a sei mani, in totale un simpatico diarietto intimo - e allo stesso tempo pubblico, data la rilevanza dei personaggi. Niente di fenomenale: solo un'opera sincera, con tutti i suoi limiti.
Tre amici di mezza età si ritrovano dopo anni: tutti hanno fatto successo nel teatro, chi più e chi meno, ognuno con le proprie manie e convinzioni, ma tutti e tre preoccupati per la malattia mentale che ha colto l'amico comune Luca.
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