Regia di Alfonso Brescia vedi scheda film
Un caporione, che per vivere fa il contrabbandiere, ma di buon animo, si erge a giudice e giustiziere della vita della sua comunita'. Quando si va scontrare con un suo omologo paghera' sulla sua pelle questo comportamento "altruista"....
Non credo ci possiamo permettere il lusso di sbeffeggiare la criminalita' napoletana, che rappresenta una realta' vera e persistente nella societa' odierna anche a distanza di 40 anni dalla uscita delle vicende raccontate nel film.
Credo comunque che almeno si possa fare a meno di una narrazione "romantica" della camorra, vista come paladina dei deboli e degli oppressi. Lo deve aver capito lo stesso regista che infatti mescola toni melodrammatici da "sceneggiata" a elementi presi dagli spaghetti-western (Merola che fa il Bud Spencer in una sequenza, con tanto di effetti sonori per rimarcare la scazzottata) a un moralismo di facciata che culmina nella decisione spontanea di un gruppo di guappetti di tornare a scuola, invece di perdere tempo in strada.
Nel tentativo di ottenere un prodotto che accontenti tutti nel piu' bieco nazionalpopolarismo, come avrebbe potuto dire Pippo Baudo, si crea un prodotto che visto a distanza di tempo dalla sua uscita appare piu' fiction favolistica dei supereroi marveliani.
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