Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
In una lussuosa villa si ritrovano, in vacanza, due cugine; una è una famosa cantante e l'altra è muta da molti anni a causa di uno shock. La prima viene trovata morta quasi subito e l'ombra di un maniaco si fa sempre più pressante; altri cadaveri seguiranno.
Il thriller all'italiana visse la sua stagione di maggior successo nei primissimi anni Settanta, complice naturalmente l'exploit dell'esordiente Dario Argento. Anche Umberto Lenzi girò varie pellicole basate su tensione, sangue e psicologie disturbate, ottenendo risultati altalenanti; questo Il coltello di ghiaccio non è sicuramente fra i migliori film del Nostro, che scrive anche la sceneggiatura insieme ad Antonio Troisio. La trama è di una prevedibilità sconcertante, con un elemento banale all'ennesima potenza al centro delle vicende, che ne costituisce peraltro l'incipit: fare incontrare due personaggi, uno dall'ugola d'oro e l'altro muto ed esplicitamente in attesa di un nuovo shock che gli restituisca la voce, equivale a rivelare fin dal principio come andranno a finire le cose. Coproduzione fra Italia e Spagna con cast modesto, ma non di basso livello: Carroll Baker, Ida Galli, Alan Scott, Eduardo Fajardo, Franco Fantasia (che è anche assistente alla regia), Dada Gallotti sono i nomi principali messi in campo; apprezzabili quantomeno le musiche di Marcello Giombini. Il ritmo e l'atmosfera non sono idonei al genere del lavoro: da Lenzi è lecito aspettarsi qualcosa di meglio. 3/10.
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