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La cieca di Sorrento

Regia di Giacomo Gentilomo vedi scheda film

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La recensione su La cieca di Sorrento

di mm40
4 stelle
Mentre una nobildonna viene uccisa da un ladruncolo, sua figlia - ancora bambina - perde la vista cadendo dalle scale; ingiustamente viene incolpato un brav'uomo. Il figlio di quest'ultimo, anni dopo, torna in quella stessa villa in veste di quotatissimo ottico, nella speranza di ridare la vista alla cieca, ormai adulta. Ma il fidanzato della ragazza è diventato proprio l'assassino di sua madre.
 

Pellicola che esemplifica perfettamente il concetto di 'cinema popolare', La cieca di Sorrento ha tutte le carte in regola per andare incontro ai gusti del pubblico più vasto: una trama semplice e lineare, ma dietro alla quale si celano misteri e intrighi, messa in scena con sobrietà da un buon artigiano che sul set ha a disposizione una serie di interpreti assolutamente funzionali, nonostante manchino nomi di evidente richiamo. Se la protagonista femminile è la giovane Antonella Lualdi, la cui notorietà esplodeva proprio in quei mesi, il ruolo maschile centrale è affidato all'americano Paul Campbell, dal curriculum quantitativamente nutrito, ma qualitativamente poco significativo fino a quel momento; per quanto riguarda poi le parti di contorno, ecco che troviamo Paul Muller (come spesso gli accadeva, il cattivo della situazione), Enzo Biliotti, Marilyn Buferd, Vera Carmi, Carlo Fazzetti e, in una delle sue primissime apparizioni sul grande schermo, Giuliano Montaldo, ancora lontano dal divenire regista. In quest'ultima veste c'è invece Giacomo Gentilomo, che fra melodrammi e commediole resse un'intera trentennale carriera e, come già rilevato, sa il fatto suo; a firmare la sceneggiatura, tratta da un racconto di Francesco Mastriani, ci sono poi Ivo Perilli e Liana Ferri. Cinema senz'altro povero, ma non di mestiere, e capace di svolgere molto bene il proprio incarico, che non va comunque al di là dell'intrattenimento senza pretese psicologiche o morali. 4,5/10.

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