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A 007. Dalla Russia con amore

Regia di Terence Young vedi scheda film

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La recensione su A 007. Dalla Russia con amore

di IlGranCinematografo
6 stelle

Ironia non sempre centrata, ventaglio di ambientazioni più ampio, sequenze talora succose.

 

Secondo 007, con una squadra che è più o meno la stessa dell'anno prima: Terence Young alla regia e Johanna Harwood e Richard Maibaum allo script (sebbene qui manchi Ken Adam al comparto scenografico e purtroppo è un male). La logica seguita da Harry Saltzman e Albert R. Broccoli è infatti sin da subito quella del serial: si veda la suspense costruita sull'iconico cattivo della Spectre col gatto bianco, risolta soltanto nei successivi episodi. Rispetto a Licenza di uccidere pesa molto un approccio notevolmente più paternalista e superficiale alle questioni geopolitiche (il libro di Ian Fleming è meno reticente e più acuto nel sondare la Guerra Fredda) e anche un intrigo più dispersivo e farraginoso, con troppi fronzoli (la lotta corpo a corpo tra due danzatrici) e troppi gadget (seppure memorabili, come le scarpe col coltello incorporato e la ventiquattrore con doppio sistema di apertura). Ironia non sempre centrata, ventaglio di ambientazioni più ampio (si inizia e si chiude a Venezia, passando per Istanbul e Zagabria), sequenze talora succose (la frenetica colluttazione nel vagone dell'Orient Express). Bravo Sean Connery e fantastica Daniela Bianchi, che però va a impersonare un cliché scontato (la donna che seduce ma poi è sedotta). Nasce qui la consuetudine di far precedere il racconto da un prologo a mo' di film nel film (imperniato in questo caso su un gioco di maschere).

Altra idea che è tenuta a battesimo è quella di incidere un brano che caratterizzi ogni capitolo: qui è From Russia with Love, cantato da Matt Monro. Musica di John Barry, Lionel Bart e Monty Norman.

Voto: 6 — Film DISCRETO

 

Daniela Bianchi

A 007. Dalla Russia con amore (1963): Daniela Bianchi

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