Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film
Un'opera di acuta riflessione sull'interiore dibattito, eterno ed insormontabile, fra obbedienza all'autorità e senso della giustizia; Bellocchio trasla efficacemente il romanzo ottocentesco di Heinrich Von Kleist, riscrivendolo fedelmente in forma di sceneggiatura, ed affida il ruolo di protagonista ad un non eccellente (il casting è qui probabilmente fra i meno ispirati del regista) Andrea Di Stefano. La sostanza materiale è poca, ciò che conta qui è lo sguardo psicologico - attento ad ogni sfumatura, aperto ad ogni possibilità - al travaglio che divora il principe, sguardo reso ancora più perplesso e sgomento dalle luci basse e dalle atmosfere notturne della fotografia di Giuseppe Lanci (in passato già con i Taviani, Moretti e Bellocchio stesso). Ottanta minuti appena, ma la durata breve è quella giusta; come è giusto che tutto si concluda nell'inquietante interrogativo: e se fosse stato tutto un sogno? 6/10.
Il principe di Homburg guida l'esercito del Grande elettore di Brandeburgo; impaziente di sconfiggere gli svedesi, sferra l'attacco (e vince) poco prima che il sovrano gli comunichi l'effettivo ordine. Anzichè un premio, l'attende una condanna a morte per indisciplina. Combattuto, il principe infine si arrende alla condanna, anche grazie all'amore di Natalia, ma il Grande elettore lo grazia.
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