Regia di Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo vedi scheda film
Periferie di Roma,oggi. Due ragazzi diciottenni in macchina in una semplice e desolata strada condividono una serata in compagnia prima di andare a scuola il giorno dopo,fino a che tra schiamazzi e risate varie, non finiscono per investire un uomo sbucato dal nulla,al buio.
Periferie di Roma,oggi. Due ragazzi diciottenni in macchina in una semplice e desolata strada condividono una serata in compagnia prima di andare a scuola il giorno dopo,fino a che tra schiamazzi e risate varie, non finiscono per investire un uomo sbucato dal nulla,al buio. Nessuno li ha visti tranne loro(fondamentale sono i primi piani su questi due giovani che non sanno che fare,impauriti dell'accaduto),l'altro ragazzo,il passeggero di nome Manolo, invoca il guidatore Mirco a pedalare e in fretta. Mirco,più spaventato di Manolo,implora di andare dalle "guardie" e dire tutto,Manolo,al contrario,lo convince ad andare dal padre(Max Tortora) a chiedere come fare. Il padre di Manolo,più ragazzino del figlio si vedrà,li tranquilizza,soprattutto Manolo,convincendolo che in fondo era Mirco che guidava,quindi. Il giorno dopo però,il padre di Manolo,mentre giocava alle slot machine ad un bar,viene a sapere che l'uomo morto per terra su quella strada era un perseguitato,pentito del clan dei Pantano.Con ciò coglie la "palla al balzo",convincendo suo figlio Manolo ad entrare nel clan,"nà svorta",che non sarà altro che un pass dritto dritto verso l'Inferno tra droga,prostituzione e criminalità,convincendo anche suo fratello/amico d'infanzia Mirco,dimostrando quanto 'educazione e la famiglia possa salvare le vite dei loro figli,destinati Mirco e Manolo,verso la disumanizzazione dell'individuo.
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