Regia di Davide Ferrario vedi scheda film
Quindici anni fa qualche critico di vaglia tacciava Valerio Mastandrea di provenire dal Maurizio Costanzo Show e quindi era una colpa a prescindere. Nessuna difesa del piduista Costanzo ma nel caso di Mastandrea presero un abbaglio ed era un’accusa assolutamente pretenziosa. Forse il grande pubblico lo ha scoperto nei panni del rocker fallito di NON PENSARCI nel 2007, ma ben prima si era messo in luce. E un giorno bisognerà riconsiderare il suo percorso artistico. Tenuto a battesimo nel ’94 dal compianto Piero Natoli nel suo ultimo film da regista LADRI DI CINEMA, Mastandrea ha dimostrato in tanti piccoli ruoli, camei, parti da coprotagonista una predisposizione naturale per la recitazione e per il cinema. Evento raro per chi come lui non proviene da scuole o accademie. Nel 1997 in TUTTI GIU’ PER TERRA interpreta Walter Verra un giovane idealista di 22 anni insofferente e autoironico, una parte per cui pareva essere nato. Sceneggiato e girato in direzione opposta e contraria al romanzo omonimo e debole di Giuseppe Culicchia Davide Ferrario - oltre a cucire addosso la parte di Walter all’attore romano qui in trasferta torinese - ha dato un’impronta originale e innovativa (per quel decennio cinematografico italiano) alla storia, al ritmo e allo stile. Innanzitutto la voce off di Walter che con ironia e disincanto racconta il suo vissuto: di universitario (o dei suoi tentativi a proposito), la famiglia, l’amata zia, il servizio civile e la verginità come scelta di vita. E ancora i sogni impossibili e gli approcci con il mondo femminile e lavorativo. Solitario e ostinato perderà la purezza per caso e prenderà atto che “quanto schifo faccia la tua vita, puoi comunque sognare di prendere un paio di ali e di volare, solo che la parte più difficile rimane staccarsi da terra…”. Ferrario da sempre eclettico e discontinuo era reduce da alcune interessanti esperienze nel documentario, MATERIALE RESISTENTE e SUL 45°PARALLELO dedicati soprattutto all’universo musicale dei C.S.I. Proprio questi ultimi innervano incessantemente con le loro canzoni (comprese anche quelle della precedente esperienza come CCCP) la colonna sonora più qualche altro brano di gruppi dell’underground italiano. Tutti inseriti ad hoc nel contesto e nelle situazioni filmiche. Intorno al magnifico Valerio ruotano tante facce tra le quali spuntano il ruspante Carlo Monni, Benedetta Mazzini, Anita Caprioli, Luciana Littizzetto, Luxuria e i già citati e indimenticabili C.S.I. di Ferretti e Zamboni.
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