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Tutti giù per terra

Regia di Davide Ferrario vedi scheda film

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La recensione su Tutti giù per terra

di bradipo68
8 stelle

Uno sguardo sbilenco su una generazione di sottovuoti spinti creati dalla mancanza di prospettive.L'inizio di un cammino in una società che non fa nulla per essere accogliente,anzi.Un contesto urbano tanto livido e tetro quanto è vivace l'intelligenza del protagonista,ventiduenne in ritardo sugli appuntamenti della vita ma dotato di ironia arguta e sferzante sugli altri ma soprattutto su se stesso.E se poi vogliamo sottilizzare(ma neanche tanto) possiamo anche reperire nel film di Ferrario uno dei temi classici della teen comedy a stelle e strisce:la perdita della verginità come simbolo del termine di una viaggio iniziatico adolescenziale.Solamente che il nostro l'adolescenza l'ha superata da un pezzo.La vita di Walter è un susseguirsi di incontri dal sapore grottesco e surreale descritti in maniera sapida ed esilarante dalla sua stessa voce fuori campo(vivaddio finalmente ua voce fuoricampo che non irrita ma serve a qualcosa).Lo stile registico è modernissimo con inquadrature oblique e tutta una serie di scelte stilistiche che rendono il film totalmente distaccato dalla realtà locale che sta descrivendo che a sua volta viene deformata ad arte,filtrata e in qualche modo resa universale.Tutti giù per terra non sembra un film italiano,sembra un film appartenente al free cinema inglese(e qualcosa vorrà dire la dedica a Lindsay Anderson).Un'opera umorale,anarchica a cui Mastandrea infonde la sua ironia da borgataro acido sempre tra il greve e lo stralunato.La colonna sonora è fondamentale nel film:formalmente è firmata CSI ma sono molti i brani del loro vecchio repertorio quando ancora si chiamavano CCCP.Le parole di Giovanni "Lindo" Ferretti arrivano ad essere il pensiero ad alta voce di Walter,commentando le varie situazioni e sottolineando i vari gradi della sua paranoia esistenziale(vedi l'uso di Oh Battagliero! o dell'incipit di Mi ami  quando Walter è al cinema a vedere il film a luci rosse) Se esiste un icona del malessere generazionale allora quella è il Walter di questo film.E non è detto che la tanto agognata prima esperienza sessuale possa farlo crescere definitivamente.Una crescita modesta,una crescita molesta.Forse neanche quella.

Su Davide Ferrario

Una regia modernissima in certi passaggi il videoclip è dietro l'angolo

Su Valerio Mastandrea

eccezionale,perfetto per la parte

Su Benedetta Mazzini

pensavo peggio

Su

sempre bravo

Su Gianluca Gobbi

parte in secondo piano

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