Regia di Davide Ferrario vedi scheda film
Questa è una nouvelle vague italiana da coltivare. Dove c'è respiro vero, tentativi di muovere la mdp in maniera inconsueta, ottime caratterizzazioni, mai fastidiose, sempre in palla, una storia che si legge, ed un piccolo fenomeno in rampa di lancio che risponde al nome di Valerio Mastandrea. Il film si dipana fluido, spesso carnascialesco, ma realistico, toccando corde comuni, riconosciute e condivisibili da qualunque platea, e muovendosi, tuttavia, con vivacità e brillantezza sempre fresche. Il nostro Walter, giovane disoccupato, affronterà tutti gli steps di introduzione ad una consuetudine sociale ambita da un lato e temuta dall'altro, affrontando paradossi e situazioni estreme puntellato da una sanissima ingenuità. E le sue reazioni sono le nostre, il suo vagabondare tra disillusione ed eccessi lo riconosciamo o lo ricordiamo. E lo approviamo anche, perché Walter incarna, con attenzione e verosimiglianza, tutte le noie e le paranoie dell'epoca, i contrasti, le incomprensioni, le libertà “a tempo”, le nostre voglie di disegnare il mondo secondo una logica spesso, alla resa dei conti, latitante. Finale liberatorio e musiche tutte, o quasi, perfettamente a loro, e nostro, agio. Recuperatelo.
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