Regia di Ringo Lam vedi scheda film
Questo inusuale Wuxiapian risulta, a conti fatti, forse la prova più convincente di Lam come regista ma lontana, purtroppo, dalla visibilità sterile delle sue mediocri opere successive, tendenti a guadagnarsi una visibilità hollywoodiana sfruttando l'onda lunga del cinema d'azione asiatico; Ringo Lam si è dimostrato, infatti, un epigono meno dotato di John Woo e Tsui Hark, non tanto a livello tecnico quanto per una minor capacita sceneggiativa. Eccezion fatta, come dicevo, per questo piacevole film che riesce a combinare molti elementi comuni del genere con novità sostanziali, quali l'ambientazione claustrofobica (quasi tutta l'azione si svolge, infatti, all'interno del Tempio del Loto Rosso) e la lieve contaminazione "gore", unite ad un inusitato approccio alla sessualità (elemento mancante in quasi tutti i film di "cappa e spada" asiatici, tendenti ad una maggiore estetizzazione dei sentimenti), contrapponendo i "pruriti" quasi adolescenziali dei guerrieri Shaolin alla bieca lascivia dell'antagonista della storia, il crudele "vecchio Kung". I combattimenti non si discostano molto dagli standard del genere, ma risultano ben coreografati e rappresentati; la fotografia, oscura ed espressionista, aggiunge tensione all'ambientazione soffocante. Unica pecca da segnalare i non convincenti elementi ironici inseriti nella trama e le non eccelse capacità attoriali dei protagonisti (comunque accettabile in un film d'azione), eccezion fatta per l'ottimo Wong Kam-Kong (credo) nei panni del perfido Kung.
Oscura.
Buona.
Shaolin.
Tigre.
Lolita.
Bravo, riesce a rendere con efficacia un personaggio abietto.
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