Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
Un vero delirio. Schizopolis è una città dentro la feconda mente di Soderbergh, sgangherato (deciso e spudorato) in regia e pure ottimo interprete, pregno di una comicità surreale che va da quel nasone alla Pippo Franco a qualche massima alla Woody Allen (l'inizio del film, in particolare, che ricorda un passo di Radio days), per precipitare - e ritornarne illeso - nel puro demenziale ('idea missing', compare scritto su un foglio appeso ad un albero, ad un certo punto: la scena misteriosamente finisce così). C'è di tutto: Schizopolis è un film di idee, di espedienti, di scenette visionarie in cui la trama fondamentalmente è un semplice pretesto e ciò che conta è stupire, andare contro gli schemi e far pensare, obiettivo cui il cinema hollywoodiano ha ormai rinunciato da un pezzo. E' un continuo perdersi e ritrovarsi, con il risultato finale di un'incredibile confusione piena di motivi, di pensieri, di suggestioni; può essere una conclusione provocatoria, ma: che questo film rappresenti la vetta di Soderbergh? 7,5/10.
Un modesto impiegato prende il posto di un collega, licenziato perchè sospettato di fare la spia, e si ritrova a dover scrivere il discorso di un santone new age, padre dell'Eventualismo. Quello stesso impiegato è in realtà anche un dentista che si innamora di una paziente e viene lasciato dalla moglie, con cui ha qualche difficoltà di comunicazione. Al discorso pubblico del santone fa irruzione un folle che uccide il guru e viene arrestato.
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