Regia di Marcello Baldi vedi scheda film
Un esuberante impiegato, per un equivoco, viene creduto in ottimi rapporti con un influente politico. Quando quest'ultimo diventa ministro, l'impiegato comincia a fare carriera esponenzialmente; purtroppo per lui, però, il ministro sta per arrivare in visita alla ditta.
Innocente commediola sul malcostume delle raccomandazioni che già all'epoca (eccome) vigeva e anzi imperava sul suolo italiota. I toni leggeri e l'ironia inoffensiva della sceneggiatura firmata da Giorgio Bontempi, Riccardo Ghione e dal regista (da un racconto di Augusto Gotti Lega, autore sconosciuto qui portato al cinema per la prima e ultima volta, a cui viene affidata anche una comparsata sullo schermo) rimangono costantemente a un livello blando a sufficienza da non chiamare in causa alcun tipo di polemica politica o di minima argomentazione interpretabile sul piano 'civile' della questione. In sostanza, gli italiani sono assolti perchè sono brava gente e in fondo l'aver rovinato uno Stato sbriciolandolo alle fondamenta con un sistema di clientelismo, familismo e corruzione nel più palese spirito mafioso è solo un buffo vezzo che fa sorridere bonariamente. Senza volere esagerare, perchè in fin dei conti di una pellicoletta senza tante pretese si tratta, va però segnalato l'amaro in bocca per questo atteggiamento permissivo nel segno del perenne "abbozzare" che ha contraddistinto anche il cinema nostrano, persino in un'epoca come la fine degli anni Cinquanta, quando cominciavano ad affiorare le prime appuntite e avvelenate commedie all'italiana. La differenza di stile e di contenuti con questa operina è talmente evidente che viene naturale datare ad almeno una decina di anni prima Il raccomandato di ferro; in effetti la sensazione è confermata dalla presenza nel cast di una serie di (onorevolissimi, senz'altro) nomi provenienti dall'avanspettacolo (ma non solo): Aroldo Tieri, Mario Riva, Tiberio Murgia, Carlo Pisacane, Franca Marzi, Enzo Garinei, Amedeo Nazzari, Alessandra Panaro, Toni Ucci. Piacevole il tema conduttore di Teo Usuelli, ma la confezione in generale rispecchia le scarse ambizioni del prodotto in sè. In seguito Baldi troverà la sua strada nel peplum e, dagli anni Settanta, nella regia televisiva. 2,5/10.
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