Regia di Francesco Mazzei vedi scheda film
In un paesino viene assassinato un giovane prete. Il commissario Boito arriva sul posto e comincia a indagare, appena in tempo per scoprire che una seconda vittima, una donna sposata, aveva una relazione clandestina con il sacerdote. E che non era l'unica. Un insospettabile testimone si farà avanti solo dopo il terzo cadavere.
L'arma, l'ora, il movente mischia - senza dosare accuratamente gli ingredienti - tensione, mistero, erotismo e un pizzico di critica sociale (invero piuttosto blanda) impiantando il tutto sul classico canovaccio da giallo di provincia, con scia di cadaveri e scaltro commissario inviato a interrogare i consueti personaggetti (ipocriti, scontati, monodimensionali) da pelllicola italiana anni Settanta. Se la pecca principale risiede quindi nelle fondamenta del film, nella scrittura della sceneggiatura a opera di Bruno Di Geronimo, Mario Bianchi, Vinicio Marinucci e del regista Francesco Mazzei, non si può però non aggiungere una nota di demerito per la scelta - ahilui - di Renzo Montagnani come protagonista: bravissimo, forse troppo, offre una caratterizzazione fuori dalle sue corde per dar vita a un commissario di polizia sui generis e la pellicola ne risente, chiaramente; pare più a suo agio quando affronta la relazione clandestina con una delle protagoniste: tipico snodo delle commedie erotiche cui prendeva frequentemente parte, d'altronde. Altri intepreti: Eva Czemerys, Bedy Moratti, Arnaldo Bellofiore, Francesco D'Adda, Salvatore Puntillo; Mazzei - già impegnato nel cinema in ruoli produttivi e come sceneggiatore per Tonino Valerii e Sergio Grieco - è qui alla sua opera prima e, pur senza fare grossi danni, non lascia neppure notevoli segni del suo passaggio. Sarà anche la sua opera ultima, dietro la macchina da presa. 2,5/10.
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