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L'arma, l'ora, il movente

Regia di Francesco Mazzei vedi scheda film

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La recensione su L'arma, l'ora, il movente

di undying
6 stelle

Insolito giallo dalla connotazione religiosa, che può contare sull'interpretazione di Montagnani in un ruolo per lui non convenzionale ma decisamente adatto...

 

L-arma-lora-il-movente

 

Don Giorgio (Maurizio Bonuglia) esce da una tormentata relazione con Orchidea (Bedy Moratti). Una sera il suo corpo assassinato viene rinvenuto all'interno della Chiesa: non sarà l'unico delitto, infatti a distanza di pochi giorni a cadere sotto effetto della stessa arma è Giulia (Eva Czemerys) un'altra amante del cappellano. Mentre il commissario Boito (Renzo Montagnani) tenta di dare un volto all'omicida, cercando di districarsi tra "arma del delitto, ora legale e movente", la catena di feroci crimini non si spezza. Dietro l'apparente suicidio del marito di Orchidea si cela, di nuovo, la mano del killer. Il piccolo Ferruccio, trovatello ospite dell'istituto religioso, da un sottotetto che da sulla sala dove si è compiuto il primo assassinio ha forse visto qualcosa e potrebbe individuare il colpevole...

 

scena

L'arma, l'ora, il movente (1972): scena

 

Dopo il coinvolgimento in ruolo di produttore e sceneggiatore in pellicole di tutt'altro genere, Francesco Mazzei decide di debuttare in regia con un giallo scritto, tra gli altri, da Marcello Aliprandi (Un sussurro nel buio, Senza buccia) e Mario Bianchi (anche aiuto regista). Siamo in pieno periodo argentiano e le pellicole con killer nero vestiti che nottetempo attraversano vie isolate delle città italiane muniti di cappello, guanti  (neri anch'essi) e coltelli sono decine. Più o meno ispirate alla iconografia argentiana (ma coniata in origine dal grande Mario Bava) tra esse ve ne sono alcune completamente differenti: sia per l'approccio al thriller che per le location o, non di meno, per le motivazioni. 

 

scena

L'arma, l'ora, il movente (1972): scena

 

Questa di Mazzei, che resta purtroppo anche la sua unica esperienza dietro la macchina da presa, rientra tra le "eccentricità" del genere. 

In primis per la straniante ma efficacissima scelta di attribuire il ruolo del commissario a Montagnani: attore purtroppo poco sfruttato in ruoli drammatici o differenti dalla commedia sexy, genere nel quale resterà  (inappropriatamente) impantanato; a seguire il film di Mazzei non tratta di psicopatici in senso stretto ma, al contrario, colloca al fulcro della vicenda, una plausibile per quanto sconveniente vicenda di sesso "in confessionale", tratteggiando l'ambiente religioso come represso e devastato dai sensi di colpa (esemplare al riguardo la sequenza con le suore in auto flagellazione).

Oltre a saper valorizzare un cast non eccellente (ottimo Bonuglia nel ruolo del cappellano combattuto dagli istinti umani, sesso compreso), Mazzei costruisce un paio di momenti esemplari e originalissimi: dalla litania delle suore in autopunizione all'inseguimento del piccolo Ferruccio tra inquietanti maschere e macabri vestiti di carnevale, lungo un tetro cunicolo che da su uno strapiombo. E pure interessante appare la trovata (più volte sfruttata nei romanzi gialli) del delitto compiuto in camera chiusa dall'interno.

 

scena

L'arma, l'ora, il movente (1972): scena

 

Un ulteriore punto a favore di un film, tutto sommato, riuscito e gradevole da visionare ancora oggi è quel finale drammatico, commovente e quasi strappalacrime: con un magnifico Montagnani in Chiesa, in atto di contrarre le nozze con Orchidea e destinato ad apprendere, complice un piccolo gatto nero che fa tanto Edgar Allan Poe, una tragica e inimmaginabile verità. Verità che si chiude sulle note della struggente melodia Vent'anni, composta da Francesco De Masi e destinata ai titoli di coda. 

In conclusione un giallo che esula dai cliché del genere, interessante e meritevole di essere rivalutato in considerazione della sua unicità.

 

Purtroppo l'edizione in home video italiana de L'arma, l'ora, il movente è ferma alla fine degli anni '90 quando il film di Mazzei venne inserito nel ciclo di VHS Shendene & Moizzi "Morbosità" curato da Nocturno Cinema

Se si desidera entrare in possesso di una copia di qualità  (non al top del supporto Dvd ma senz'altro migliore di una videocassetta) occorre puntare all'import e, in particolare alla Koch Media, label tedesca che propone il film in un cofanetto (Giallo collection 1) contenente anche L'assassino ha le mani pulite e Femina ridens.

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