Regia di Dino Risi vedi scheda film
Manfredi forza 7 nell'anno fatidico 1969 alle prese con l'ingriffamento incontrollabile dell'homo italicus stufo di censure clericali e castrazioni filmiche a colpi di forbici, l'aspetto più significativo di questo curioso e per il tempo spintarello film di Risi è sicuramente il contenuto sessualmente esplicito di ogni singolo episodio, le storie sono allacciate come da un filo conduttore seppur molto diverse e questo comun denominatore è il click del sesso che scatta sempre nel protagonista interpretato da un Manfredi poliedrico e irresistibile che sfaccetta sette personaggi molto diversi per backgound e accento.
1) La Diva
Un inizio felliniano vede una meravigliosa Sylva Koscina lasciare il set appena terminato un ciak dove sfoggiava le sue forme ed i suoi occhi azzurrissimi ma di ritorno a casa soccorre un ferito portandolo all'ospedale, è proprio qui che entra in scena Manfredi nei panni di un dottore dall'accento siculo che trascina la diva nei corridoi dando pan di Spagna oculare a pazienti, infermieri e tutto il personale, esilarante il tipo abbarbicato su una colonna per sbirciare le curve della diva e Jimmy il fenomeno che da in escandescenza, tutti la bramano tutti la osservano anche le suore ma .....un momento..... il ferito?
2) Udienza a porte chiuse
Manfredi devastante coll'occhi ngrogiadi e l'accendo ciogiaro citato per danni da una contadina perchè ha abusato della sua gallina padovana, ma cascpida è lei che lo ha provocato!
3) Ornella
Come tono e delicatezza è l'episodio migliore dove Manfredi è Ercole, un riservato e posato impiegato delle poste che tiene nascosto a colleghi ed inquilini il suo segreto.
L'arrivo a Roma di Carlo Alberto, interpretato da un ottimo Enrico Maria Salerno, è l'avvenimento che destabilizza il suo week end, il gioco degli equivoci è irresistibile fra zucchero nella pasta e sale nel caffè ma Carlo Alberto non è un ingenuo e prima di dormire saprà dare il giusto significato alla sua giornata con Ercole.
4) Il guardone
Qui è la mimica di Manfredi a farla da padrone con i suoi occhiali a culo di bottiglia: fra specchi e allodole si prende per il culo da solo, grande padronanza di Risi alla regia.
5) L'ultima vergine
Stavolta c'è un ribaltamento dei ruoli anche se in apparenza così non è: una paciosa è fintamente inibita Véronique Vendell vive a Spoleto, accompagna la mamma al pullman e si ferma al bar, il telegiornale trasmette l'intervista di una vittima del maniaco sessuale che si aggira in zona, c'è anche un identikit, la ragazza impaurita torna a casa in tutta fretta ma il mattino seguente avrà una visita inaspettata da parte di un lentigginoso Manfredi. Chi è però il vero maniaco: lui o lei?
Sembrerebbe in partenza l'episodio più scabroso ma è il più tenero e spensierato.
6) Motrice mia!
Manfredi con l'accento toscano e la moglie tedesca si arrapa e orgasma di brutto con i treni, ma non quelli della Lima..... però durante l'ultimo sciopero delle ferrovie ha sofferto meno il trauma d'astinenza.
Un appunto tecnico inevitabile: quel manichino sulle rotaie suvvia troppo evidente.
7) Vedo Nudo
E' l'episodio più spinto e spudorato oltre che visivamente pirotecnico con i suoi colori sgargianti e i continui omaggi alla pop art.
Manfredi tira fuori il suo tagliente cinismo nei panni di un pubblicitario che infila donne nude anche nello spot della Chicco e a quanto pare fa scopa con o senza piacentine ma una sera vede l'annunciatrice RAI mostrare le tette alla chiusura dei programmi, è il primo allarme a un crescendo continuo di visioni di donne nude ovunque, di dolci a forma di poppe, bicchieri a sfondo erotico, autobus pieni di giovani donne a chiappe scoperte, collasso inevitabile.
Va in cura in Svizzera ma la guarigione è solo un'altra allucinazione.
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