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Mario, Maria e Mario

Regia di Ettore Scola vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Mario, Maria e Mario

di hallorann
4 stelle

C'era una volta un partito caldo e rassicurante...

Il partito entrava in tutto, era la nostra sicurezza

 

Ecco un film in cui un grande autore segna il passo, incespica. Peccato perché la materia era viva e appassionata, quale la svolta della Bolognina del 1989. Il compagno Ettore Scola alla richiesta del segretario Achille Occhetto di svoltare e cambiare nome dice sì, la figlia Silvia no. Dunque vi trasferisce le discussioni di quel momento storico, anche mondiale perché dettato dalla caduta del muro di Berlino e la relativa caduta dell’impero sovietico, in una sezione del PCI del Salario. Mario, tipografo all’Unità e Maria commessa in una farmacia, stanno insieme da dieci anni e hanno due figli. Essi trascorrono le serate in sezione con i compagni a discutere la mozione Occhetto e Ingrao, sì o no alla svolta. I malumori e i malintesi si registrano non solo in sala, ma anche in pizzeria e a casa. I rapporti tra Mario e Maria risentono di alcuni contraccolpi. E’ in questo clima e durante il congresso delle lacrime di Occhetto che Mario Della Rocca, un elettrotecnico emigrato da poco a Roma non favorevole alla svolta, in assenza dell’altro Mario va oltre la simpatia per Maria, già manifestata mentre accompagnavano i rispettivi figli all’asilo. Maria entra in crisi, qualcosa si rompe negli equilibri sentimentali e politici

 

 

MARIO MARIA E MARIO ha una prima parte riuscita come il clima della sezione riprodotto fedelmente, calda come le pizze addentate nel post sezione, intimo e conviviale come lo scambio di regali per Natale, ludico come il vociare dei bimbi per casa. E’ proprio negli interni che Scola gira e si trova a suo agio, nei piccoli ritratti e nelle caricature dei due leader comunisti. Nella seconda parte predomina il sentimento, la crisi familiare, esce la politica e il film si spegne. Sfiora il ridicolo la scena della rissa con i naziskin e i fighetti. Un’occasione storica persa per Scola e figlia. Bravissima Valeria Cavalli, un’attrice sottovalutata. Meno grintosi e coinvolgenti Giulio Scarpati ed Enrico Lo Verso. Facce giuste e tempra politica scafata per Laura Betti e Willer Bordon.

 

 

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