Espandi menu
cerca
Mario, Maria e Mario

Regia di Ettore Scola vedi scheda film

Recensioni

L'autore

LorCio

LorCio

Iscritto dal 3 giugno 2007 Vai al suo profilo
  • Seguaci 145
  • Post 34
  • Recensioni 1625
  • Playlist 251
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Mario, Maria e Mario

di LorCio
4 stelle

Riflettendoci a posteriori, alla fine un evento particolare come la transizione da Pci a Pds al cinema non è stato molto praticato. Specialmente se pensiamo al fatto che il cuore di molti registi batte a sinistra. Si parla molto di sessantotto, per niente dell’oggi, ma ancora meno si è parlato della Svolta. Palombella rossa, certo, ma da Moretti era quantomeno atteso, così come La cosa. Zitti e mosca di Benvenuti, sicuramente. E poi Ettore Scola, che ritenta di battere una strada non dissimile al capolavoro assoluto C’eravamo tanto amati, ponendo al centro della scena tre personaggi le cui vicende amorose si intrecciano con quelle politiche. Inutile dire che il capolavoro resta tale e non viene neanche sfiorata l’armonia tra pubblico e privato. Quel che maggiormente resta impresso del film, scritto con la figlia Silvia, non è il trio di protagonisti, inerti i maschi e frenata la donna, e non è nemmeno la storia, peraltro manco interessante, ma è la reazione della base (evocatissima, ma che non si capisce mai realmente cosa sia) di fronte al cambiamento.

 

 

Le sequenze più belle di questo film pigro e grigio sono quelle dentro la sezione, sono le discussioni tra occhettiani ed ingraiani (i cossuttiani sono pochi), tra quelli che non vogliono restare schiacciati dalle macerie del muro di Berlino e coloro che non tradirebbero mai la falce e il martello, la bandiera rossa e i vecchi riti. L’unica cosa veramente memorabile è nella pizzeria vicino al partito (in cui i comunisti, tra cui una pasionaria Laura Betti e il vero politico Willer Bordon, vanno sempre a mangiare dopo le riunioni), in cui il vecchio militante della corrente Ingrao sceglie di non sedersi di fronte al compagno (amico) della corrente Occhetto e si sposta in un tavolo lontano, convinto di essere incompreso da coloro con cui ha lottato sotto lo stesso vessillo: se cade la lacrimuccia non è blasfemia. Ma per il resto meglio rivedersi il capolavoro di Scola.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati