Regia di Carlo Borghezio vedi scheda film
La guerra è finita, l'Italia è in crisi. Cristoforo Colombo, non riuscendo a trovare lavoro, decide di andarsene: e dove, con questo nome, meglio che in America?
Come scopersi l'America è la terza pellicola consecutiva in due anni circa che lega il regista Carlo Borghesio, buon mestierante, al comico Macario, protagonista come sempre di bizzarre disavventure a base di equivoci, giochetti di parole, gag innocenti. Più che al precedente L'eroe della strada, comunque, questo film si rifà a Come persi la guerra, primo titolo del tris; anche il cast di scrittura è all'incirca confermato in tutte e tre le occasioni: qui il copione è firmato dal regista insieme a Steno & Monicelli (a un passo dalla celebrità anche dietro la macchina da presa), Mario Amendola e Leo Benvenuti. Nomi di prima qualità per la commedia nostrana del periodo, francamente eccessivi per un prodottino di così scarso respiro, dai contenuti meno ambiziosi di Come persi la guerra, che era fondamentalmente una satira - all'acqua di rose - sulla vita militare e sullo scenario bellico europeo di quel tragico periodo storico. A proposito del periodo storico, va annotato che nel 1949 l'Italia ferita che va a ricostruirsi economicamente e socialmente, dal punto di vista artistico - cinematografico, nello specifico - è altrettanto fervente di iniziativa e di idee (il neorealismo è ormai definitivamente consacrato, anche a livello internazionale); un'operina leggera come questa è effettivamente un passo indietro per la cinematografia nazionale. Ma è comunque un film gradevole, grazie alla verve del protagonista e alle buone spalle offertegli dai vari comprimari: Carlo Ninchi, Folco Lulli, Delia Scala, Nino Pavese, Alfredo Rizzo e Nunzio Filogamo, per citare i nomi di maggior fama sul cartellone. Le musiche sono di Nino Rota (una certezza di qualità), Benvenuti è anche assistente di Borghesio. 3/10.
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