Regia di Buster Keaton, Donald Crisp vedi scheda film
Buster Keaton raccolse l'esempio di un altro illustre allievo di Mack Sennett, buttandosi nella realizzazione d'un mediometraggio (mascherato da kolossal alla Griffith o alla DeMille) replicando così il grande successo, di pubblico e critica, che il suo collega Harold Lloyd ottenne con PREFERISCO L'ASCENSORE.
L'intramontabile comico dalla faccia di pietra intreccia dadaisticamente umorismo e suspence; in più le esigenze spettacolari gli consentono di coniugare, grazie una messinscena geniale, un'inedita ampiezza di spazi con trovate che sfociano (parodisticamente) nella frenesia futurista e nei mostruosi assolutismi espressionisti.
Il ritmo frenetico dei suoi precedenti shorts non viene meno; le gag sull'astrazione della materia raggiungono vertici d'originalità degni dei cartoons di Pat Sullivan, le invenzioni visive fecero impazzire le avanguardie surrealiste dell'epoca.
Donald Crisp, secondo regista - o regista di seconda unità? - qualche anno dopo otterrà l'oscar come miglior attore non protagonista.
L'aitante, volitiva Kathryn McGuire - alter ego della chapliniana Edna Purviance - contribuì a far sopperire lo stereotipo dell'inerme fanciulla comprimaria in attesa della venuta dell'eroe di turno, senza però ricorrere all'enfasi di Gloria Swanson o alla solarità di Marceline Day e Mary Pickford.
Com'è consuetudine affermare sui dizionari di cinema, nei riguardi d'ogni opera del sullodato maestro del muto: "... nei decenni a venire, tutti gli devono qualcosa!"
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