Regia di Claude Pinoteau vedi scheda film
La tredicenne parigina Vic (Sophie Marceau) vive un'esistenza che si snoda sui problemi ciclopici dell'abbigliamento per le serate di festa, i parties ai quali partecipare, il motorino, le prime cotte sentimentali, il cicaleccio che ha messo in soffitta definitivamente qualunque reminiscenza sessantottesca. I suoi genitori si arrabattano come possono per rendere meno gravi queste sue dolentissime paturnie, ma anche loro hanno qualche afflizione: lui (Claude Brasseur), dentista, ha un'amante ricattatoria dalla quale vuole separarsi; lei (Fossey), disegnatrice vendicativa, si rifa' portandosi a letto il professore di matematica della figlia. Alla fine, forse, si ritroveranno.
Uno dei film francesi di maggior successo commerciale di tutti i tempi - tratto da un soggetto di Daniele Thompson e Claude Pinoteau e sceneggiato dallo stesso Thompson - è una rappresentazione garbata ed indulgente di un passaggio d'epoca agghiacciante, fenomenologicamente rappresentativo non soltanto della borghesia transalpina del tempo, ma di un'intera generazione che a quegli stessi valori (?) farà appello. Riletto in chiave sociologica, il primo dei tre film di Pinoteau sul Tempo delle mele - che già aveva dedicato Lo schiaffo ai rapporti tra genitori e figli - pur rivelandosi debole nella struttura narrativa (i momenti più interessanti sono quelli che coinvolgono le vicende degli adulti), rimane una testimonianza imprescindibile di un'epoca nella quale tanti, troppi, si sono appieno riconosciuti. La canzone di Richard Sanderson Reality, tema del film, ebbe un successo enorme.
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