Dopo anni di rapporto semimatrimoniale (si intuisce una relazione incestuosa), i fratelli Mauro e Marta Ponticelli entrano in crisi. Lui, pensando che lei stia diventando pazza, le fa conoscere Giovanni Sciabola, un avventuriero senza scrupoli, sperando che se ne innamori. In realtà sarà lui a finire male...
Note
Uno dei film più sottovalutati di Bellocchio (anche sceneggiatore, con Piero Natoli e Vincenzo Cerami), uno di quelli in cui le nevrosi familiari e le ansie sono asciugate da uno stile magistrale, con una direzione d'attori ispirata e con una cupezza totalmente sincera. Palma d'oro a Cannes per Piccoli e la Aimée.
La narrazione di per sé porta ad una lentezza che rende il film di non facile lettura. Ma se le interpretazioni, già premiate, rendono la visione gustosa, un plauso particolare va a Bellocchio: sublime. Voto 7
Bellocchio al top della forma. peccato che il risultato finale sia un po' inficiato da un sonoro decisamente non all'altezza della situazione. spesso per capire cosa si dicono gli interpreti (ogni tanto doppiati malamente) si deve ricorrere ai sottotitoli. si avvale della migliore soundtrack di Piovani.
La scena costruita come un labirinto pieno di insidiosi pertugi, le luci soffocate dalle ombre fitte della fotografia, sono la base che rende evidente il significato di un conflitto che si rivelerà mortale. Le reminiscenze quasi bergmaniane di alcuni passaggi, ben sottolineano le ossessioni del regista e le trasformano in splendide immagini.
E’ un film che ho “vissuto” sul piano dell’impegno personale. Che, però, esigeva, nella composizione, una scelta rigorosa di linguaggio. E’ un film fatto di niente, senza fatti. E’ un film mormorato, detto a mezza voce. Non ha “larghi”. Procede secondo dei tempi dilatati, antispettacolari al massimo. Antitelevisivi. Fuori della convenzione… leggi tutto
Il terrore della follia è la base di tutta la storia, ciò di cui essa si nutre, mentre la maniera in cui si manifesta è il suo inizio e la sua conclusione, con due 'salti nel vuoto' che coinvolgono il protagonista, prima indirettamente e quindi direttamente. Ma c'è anche un salto metaforico ed è evidentemente quello tutto mentale che il giudice e la sorella… leggi tutto
Un magistrato ha la sventura di assistere ad una scena raccapricciante: una donna muore precipitando dal terrazzo della propria abitazione.
Quel fatto di cronaca nera gli consentirà di conoscere una persona incline per sua natura a violare le leggi.
Il dubbio, che possa essere implicata nella triste faccenda della donna morta suicida, non l'abbandonerà mai.
Comunque… leggi tutto
Un magistrato ha la sventura di assistere ad una scena raccapricciante: una donna muore precipitando dal terrazzo della propria abitazione.
Quel fatto di cronaca nera gli consentirà di conoscere una persona incline per sua natura a violare le leggi.
Il dubbio, che possa essere implicata nella triste faccenda della donna morta suicida, non l'abbandonerà mai.
Comunque…
Monsieur Cinéma. Così, da una ventina d’anni, la critica francese aveva cominciato a chiamare Michel Piccoli. Signor Cinema, certo, ma mi prendo la libertà di completare l’appellativo…
*** CONTIENE ANTICIPAZIONI *** Secondo me è un film difficile da giudicare: ha indubbiamente il suo valore, ma ha anche elementi che confondono, o che forse sono sbagliati.
Il ritmo, intanto, è piuttosto lento, ma forse Bellocchio voleva così comunicare la noia della vita dei protagonisti. Solo a tratti c'è un po' di movimento. I personaggi, dal canto loro, sono…
Un magistrato e sua sorella abitano insieme, legati da un rapporto fra simbiotico e parassitario: lei va verso la pazzia, lui tende a soffocarla; la donna di servizio e il figlioletto sono gli unici a portare una ventata di vita nella casa (e proprio per questo sono malvisti dal padrone), finché arriva un artista di strada cinico e un po’ delinquente... Bellocchio dipinge un altro…
Dopo I pugni in tasca (1965), Marco Bellocchio dirige un altro film incentrato sulle nevrosi insite nei rapporti tra consanguinei. Mauro è un giudice frustato, il quale è attaccato alla sorella - ancora vergine in tarda età - da un rapporto tra il patologico e il morboso, e si oppone ogni volta sottilmente ai tentativi della donna di allentare il legame che li tiene uniti.…
Nella loro casa romana convivono il magistrato Mauro (Piccoli) e sua sorella Marta (Aimee). Non sopportando le frequenti esplosioni di follia della congiunta né il suo soliloquio, il giurista spera di liberarsi della sorella grazie all'intervento di un piccolo truffatore (Placido), simulando il suicidio della donna. Ma quando la donna deciderà di partire per una breve vacanza con…
La famiglia e' il luogo della nostra biografia, il posto dove impariamo ad essere morali. La famiglia ci insegna ad inseguire la normalita' , la razionalita' e la serenita' di una vita borghese. Qualunque cosa accada nella nostra famiglia lo riteniamo giusto almeno fino a quando non lo confrontiamo con quello che gli altri ritengono giusto. Il giudice Mario Ponticelli trascorre la sua vita con…
Confesso che non m'è piaciuto. L'ho trovato estremamente lento e, almeno per me, scarsamente incisivo. Nulla da dire sugli attori, né sull'atmosfera, sufficientemente cupa e soffocante, ma non mi ha colpito. Tabellino dei punteggi di Film Tv ritmo:1 impegno:2 tensione:1
Di queste nevrosi familiari costruite nel cinema a volte ne abbiamo piene le tasche (almeno io)e poi quando Bellocchio fa un film come "Pugni in tasca" ha gia' raggiunto il massimo sul tema.Nulla da dire sulle interpretazioni di Piccoli e Aimee e sul sempre generoso Placido che arriva addirittura a urinare con il pene fuori dopo aver distrutto la camera di Piccoli....scena cult.
E’ un film che ho “vissuto” sul piano dell’impegno personale. Che, però, esigeva, nella composizione, una scelta rigorosa di linguaggio. E’ un film fatto di niente, senza fatti. E’ un film mormorato, detto a mezza voce. Non ha “larghi”. Procede secondo dei tempi dilatati, antispettacolari al massimo. Antitelevisivi. Fuori della convenzione…
Le foto in b/n di alcune scolaresche e le urla incomprensibili di un uomo sovrastate dalle note di Nicola Piovani fanno da sfondo visivo e sonoro ai titoli di testa di SALTO NEL VUOTO. Un uomo osserva da un balcone verso il basso un corpo steso per terra coperto da un lenzuolo. L’uomo è il giudice Mauro Ponticelli e sta compiendo un sopralluogo in un appartamento in cui una ragazza…
Il terrore della follia è la base di tutta la storia, ciò di cui essa si nutre, mentre la maniera in cui si manifesta è il suo inizio e la sua conclusione, con due 'salti nel vuoto' che coinvolgono il protagonista, prima indirettamente e quindi direttamente. Ma c'è anche un salto metaforico ed è evidentemente quello tutto mentale che il giudice e la sorella…
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Commenti (8) vedi tutti
Fratello e sorella vivono assieme, e l'aria in casa si taglia col coltello.
leggi la recensione completa di BalivernaInterpretazioni a parte ... Film per nulla convincente,anzi pesante da seguire.voto.2.
commento di chribio1La narrazione di per sé porta ad una lentezza che rende il film di non facile lettura. Ma se le interpretazioni, già premiate, rendono la visione gustosa, un plauso particolare va a Bellocchio: sublime. Voto 7
commento di fra_pagaBellocchio al top della forma. peccato che il risultato finale sia un po' inficiato da un sonoro decisamente non all'altezza della situazione. spesso per capire cosa si dicono gli interpreti (ogni tanto doppiati malamente) si deve ricorrere ai sottotitoli. si avvale della migliore soundtrack di Piovani.
commento di giovenostaBellocchio si muove sempre a suo agio sul confine tra nevrosi e psicosi. Asciutto, cupo, assoluto. I due interpreti vengono da un altro mondo. Voto 7.
commento di ezzo24La scena costruita come un labirinto pieno di insidiosi pertugi, le luci soffocate dalle ombre fitte della fotografia, sono la base che rende evidente il significato di un conflitto che si rivelerà mortale. Le reminiscenze quasi bergmaniane di alcuni passaggi, ben sottolineano le ossessioni del regista e le trasformano in splendide immagini.
leggi la recensione completa di (spopola) 1726792Di notte ci sono i fantasmi ma di giorno faccio finta di niente. Spio acquattato tra le pareti che mi proteggono con dentro un gran bisogno di vuoto.
commento di michel8
commento di incallito