Regia di Giorgio Simonelli vedi scheda film
La principale curiosità di questa pellicola è la presenza nel ruolo centrale - uno dei primi, per lui - del diciassettenne Mario Girotti, che anni dopo sarebbe diventato popolarissimo con lo pseudonimo di Terence Hill; per il resto Guaglione è una stereotipata farsuccia melodrammatica fuori tempo massimo di una decade abbondante, che va a ripescare i contenuti (perbenisti), i ritmi (blandi) e i toni (lievissimi) dei telefoni bianchi e dell'innocuo cinema pre-seconda guerra mondiale. Il film esce quindi già vecchio: basti considerare che lavori del genere erano già stati ampiamente superati dal cosiddetto 'neorealismo rosa'; Simonelli oltrettutto - pur cavandosela discretamente qui - nella sua trentennale carriera diresse quasi soltanto ingenue commediole, anche se si era già sperimentato in qualche sporadica sortita nel genere musicale. Sì, perchè l'altro personaggio centrale - sia pur non nella logica della trama, ma di certo per la permanenza sullo schermo - dell'opera è Claudio Villa, nei panni del 'solito' amico melomane che di tanto in tanto irrompe nella storia esibendo le proprie virtù canore (e fra i pezzi eseguiti c'è anche quello che dà il titolo al film). La sceneggiatura è firmata da Giovanni Grimaldi, Guido Malatesta e Titina De Filippo, che peraltro interpreta la madre di Girotti/Hill; nel cast anche Dorian Gray, Tina Pica, Giulia Rubini, Luciana Paluzzi. 2,5/10.
Franco, liceale di famiglia povera e onesta, si innamora perdutamente di una vanitosa soubrette; per lei trascura la fidanzata, la famiglia, sè stesso.
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