Regia di Franco Giraldi vedi scheda film
Ohibò. Film che lascia qualche dubbio. In piena epoca post-sessantottina, con costumi oramai privi del gravoso bigottismo italico e che fanno "ciao ciao" ai tabù sessuali di qualsivoglia sorta, La supertestimone si lascia guardare, ma con delle grosse pecche, insormontabili, che lo pongono in un limbo preoccupante e insipido di mediocrità. Non diverte, non eccita, non ha una direzione definita, ma si crogiola in un lago di doppi e tripli sensi talvolta persino fastidiosi, oltre a perdere di vista l'antefatto, quasi un MacGuffin fin troppo artigianale (l'omicidio della prostituta) che, però, bontà nostra, ritorna in extremis, nel finalissimo, come rivelazione, come epifanica verità che avrebbe dovuto tenere sull'attenti lo spettatore. Non è, purtroppo, così. Di questa pellicola restano le interpretazioni eccellenti della Vitti e di Tognazzi, quasi sprecati per materia 'sì grossolana, benché di commedia, antesignana del più puro pecoreccio che sarà, si tratti.
Quasi sufficiente, ma ci sarebbe da obiettare a lungo.
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