Regia di Franco Giraldi vedi scheda film
E' una discreta commedia ironica, che oscilla costantemente tra il non male e il mediocre. Si ridacchia qua e là per un piacevole, lieve umorismo; c'è qualche spunto intelligente, qualche momento stanco, un cinismo finale troppo pesante. I protagonisti sono due personaggi di un certo tipo, ma la sceneggiatura non riesce a metterli veramente a fuoco e a renderli concreti.
Il titolo è fuorviante, e anche lo spunto poliziesco iniziale viene presto abbandonato. La pellicola è - o vuole essere - (anche) una riflessione sul desiderio sessuale (frustrato, ripiegato, temuto, soddisfatto, ecc.). Per quanto riguarda il personaggio di Tognazzi vale il proverbio "il lupo perde il pelo ma non il vizio", mentre quello della Vitti vuole sostenere l'ineluttabilità della corruzione anche per le fortezze che sembrano inespugnabili, e la banalità del male (quello delle donne da marciapiede). Il suo personaggio passa da un eccesso all'altro con grande leggerezza, la quale banalizza entrambi i comportamenti. Lo stesso messaggio generale del film (forse vorrebbe darne uno) rimane evanescente.
Giraldi dirige discretamente e imprime al film un'atmosfera particolare e riuscita, ma non riesce a dargli quel ritmo e quella solidità che erano necessarie. Per me il suo miglior film rimane "La bambolona". I due protagonisti, comunque, sono bravi (specie Tognazzi) e contribuiscono non poco a tenere desta l'attenzione. La Vitti è fulgida.
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