Una zittella incallita (Vitti) ha un conto in sospeso con un protettore (Tognazzi) di prostitute. lo accusa perciò di omicidio e sostiene la finzione davanti ai giudici. L'uomo viene condannato, ma lei si pente e fa riaprire il caso. Sistemate le cose lo sposa, ma subito dopo lui la sbatte sul marciapiede. Pecoreccio all'italiana con l'ex musa dell'incomunicabilità di Antonioni. Datato ed esagitato, nonostante i bravi commedianti.
Commedia pecoreccia che però osa l’inosabile e dice qualcosa di significativo sulla ingestibile situazione di sovraffollamento nelle carceri e sull’omosessualità serpeggiante. È vero che fra la trama e alcuni caratteri minori siamo alla caricatura, ma è anche vero che Tognazzi e la Vitti, strepitosi entrambi, meritano comunque la visione del film.
Una commedia misconosciuta assolutamente da recuperare,amore amorale,scene spinte (per l'epoca) girate in carcere,non perdetelo,anche perche' avrete perso un Tognazzi e una Vitti ai massimi livelli.
Ohibò. Film che lascia qualche dubbio. In piena epoca post-sessantottina, con costumi oramai privi del gravoso bigottismo italico e che fanno "ciao ciao" ai tabù sessuali di qualsivoglia sorta, La supertestimone si lascia guardare, ma con delle grosse pecche, insormontabili, che lo pongono in un limbo preoccupante e insipido di mediocrità. Non diverte, non eccita, non ha una… leggi tutto
La commedia all'italiana nel 1971 è ormai alle corde, spremuta all'eccesso e sovrastata da un nuovo tipo di comicità, più diretta e volgare. Questo La supertestimone, scritto da Ruggero Maccari e Tonino Guerra (con il contributo di Luisa Montagnana per il soggetto), tenta di adeguarsi ai tempi che corrono e, a dirla tutta, neppure sfigura più di tanto. Perchè non è scontata la riflessione… leggi tutto
Una maestra d'asilo tanto femminista quanto sessuofoba (Vitti) testimonia contro il protettore (Tognazzi) di una prostituta trovata assassinata, facendolo condannare. Resasi conto di avere sbagliato qualcosa nella testimonianza, viene assalita dai sensi di colpa, lo va a trovare in carcere e finisce per sposarlo. Salvo, poi, occupare il posto della defunta. Commedia pecoreccia che però…
Ohibò. Film che lascia qualche dubbio. In piena epoca post-sessantottina, con costumi oramai privi del gravoso bigottismo italico e che fanno "ciao ciao" ai tabù sessuali di qualsivoglia sorta, La supertestimone si lascia guardare, ma con delle grosse pecche, insormontabili, che lo pongono in un limbo preoccupante e insipido di mediocrità. Non diverte, non eccita, non ha una…
E' una discreta commedia ironica, che oscilla costantemente tra il non male e il mediocre. Si ridacchia qua e là per un piacevole, lieve umorismo; c'è qualche spunto intelligente, qualche momento stanco, un cinismo finale troppo pesante. I protagonisti sono due personaggi di un certo tipo, ma la sceneggiatura non riesce a metterli veramente a fuoco e a renderli concreti. Il titolo…
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Commenti (4) vedi tutti
Commedia pecoreccia che però osa l’inosabile e dice qualcosa di significativo sulla ingestibile situazione di sovraffollamento nelle carceri e sull’omosessualità serpeggiante. È vero che fra la trama e alcuni caratteri minori siamo alla caricatura, ma è anche vero che Tognazzi e la Vitti, strepitosi entrambi, meritano comunque la visione del film.
leggi la recensione completa di barabbovichUna commedia misconosciuta assolutamente da recuperare,amore amorale,scene spinte (per l'epoca) girate in carcere,non perdetelo,anche perche' avrete perso un Tognazzi e una Vitti ai massimi livelli.
commento di ezioNon fa ridere e non funziona neanche il lato malinconico.
leggi la recensione completa di Carlo CerutiFilmettino classico Commedia-Drammatico con 2 bravi Attori (Tognazzi/Vitti) ma da pretendere quindi di vedere un bel Film ce ne passa.voto.4.
commento di chribio1