Regia di Peter R. Hunt vedi scheda film
Trauma per i bondofili incalliti all'epoca,ma inevitabile,il cambio d'attore ad impersonare il super-agente segreto d'Inghilterra(ma opera per il bene del mondo,per carità!):da Sean Connery ,ormai stanco di essere mister 007,all'australiano George Lazenby.Per la verità,quest'omaccione venuto dalla terra degli ornitorinchi non è nemmeno,a livello di recitazione,e di rappresentazione del personaggio,così disastroso come molti lo accusano,semmai,per paradosso,gli è nuociuta la mancata personalizzazione di Bond,difetto poi toccato anche a Tomothy Dalton.Al di là di una forte fisicità,infatti,Lazenby si è calato ,onestamente con umiltà e applicazione,in un personaggio che così simile a quello esistente nei romanzi,forse non è mai stato come qui:e se Connery lo trattava con virile sarcasmo,e maschia aggressività,Roger Moore ha avuto il buonsenso di inzupparlo in un'ironia molto british,corroborata da una "piacioneria" che gli ha giovato.Per il resto,il film non è tra i migliori della serie,anche se leggermente più realistico e meglio costruito di tanti altri episodi a venire,e Telly Savalas non è un Blofeld all'altezza delle aspettative.Tra le cose valide certe sequenze d'azione sulla neve,la colonna sonora impreziosita da Louis Armstronge la valida interpretazione di Diana Rigg nel ruolo dell'unica donna che riesce a portare James Bond all'altare.E'l'unico film della serie che finisce male,e l'unico in cui gli occhi della spia versano lacrime.Forse è questa la sua vera debolezza,per il pubblico...
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