Regia di Terry George vedi scheda film
Emanuela Martini,Cinema al cinema,Film Tv : Rigore,emozione,tensione e la grande capacità di evitare la retorica.Sono queste le caratteristiche più impressionanti di "Una scelta d'amore",prima regia di Terry George,irlandese di Belfast e sceneggiatore di "Nel nome del padre" con il regista Jim Sheridan(che qui,a malincuore,si è riservato il ruolo di cosceneggiatore e produttore).E infatti,potrebbe intitolarsi "Nel nome della madre",se non avesse già in originale un titolo bellissimo:"Some Mother's Son"(il filgio di qualche madre),un titolo che dà il tempo (interiore e privato) alla narrazione,che offre pause quotidiane,rilassate e "casalinghe",squarci di complicità ironica nel mezzo della tragedia,un senso moralòe tormentoso che si solleva sulle barriere ideologiche e socilai.Aperto da un'intervista postelettorale in cui Margaret Thacher si paragona a San Francesco d'Assisi,si proietta subito nella rabbia stizzosa dell'Irlanda del nord ed esplode nel montaggio travolgente che alterna la prova del corpo di ballo della scuola e le fasi di un attentato.Terry George ha un senso sicuro dello spettacolo,dell'efficacia scenogografica(bella lascena del funerale con le bandiere nere spiegate a un'unica cornamusa) e della commozione.Ma sa anche controllarsi,non strafare in direzione emotiva,quasi complice rispettoso della dignità delle sue madri.In un mondo fatto di ragazzi armati,Helen Mirren Fionnula Flanagan scelgono(all'opposto,ma non per questo meno solidali)quello che ordina il loro senso della giustizia.,dice una delle ultime battute del film,che è uno dei più tesi e vigorosi tra i molti sull'Irlanda.Senza risposte definitive,se non quelle della moralità.
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