Regia di Silvio Soldini vedi scheda film
Di Soldini ho visto pochi film, fra cui ricordo soprattutto il simpatico successo al box office "Pane e tulipani", ma anche "Le acrobate" sembra come quello un'opera sopra la media, frutto di un regista che si può ritenere uno dei migliori autori italiani contemporanei per la personale visione cinematografica e l'indiscutibile bravura negli aspetti tecnici della realizzazione. Qui, come in altre occasioni, sembra ispirarsi al cinema di Kieslowski negli intrecci del caso che regolano gli sviluppi della trama, e che mettono in contatto le esistenze di due donne sole e bisognose di calore umano. Le protagoniste nella realtà sono entrambe napoletane, ma sono state efficacemente dirette nei ruoli di una donna di Treviso (Licia Maglietta) e una di Taranto (Valeria Golino) che vengono messe in contatto da un'anziana donna rom (Mira Sardoc). L'eleganza della scrittura e la cura dell'immagine sono costanti: Soldini sembra non sprecare mai un'inquadratura, e dispiace solo per qualche stereotipo un pò abusato nella parte ambientata a Taranto. Il finale aperto, invece, mi è sembrato adeguato a questo tipo di vicenda. Ineccepibili come al solito la fotografia di Luca Bigazzi e le musiche di Giovanni Venosta. Un film che ha il coraggio di affrontare nel 1997 tematiche poco commerciali, che non avrà certo il riscontro al botteghino del citato film con Licia Maglietta e Bruno Ganz ambientato a Venezia, ma che sa scavare nella psiche femminile con una sottigliezza e un'intelligenza che mancavano da troppo tempo, che sa integrare i personaggi all'ambiente senza scadere nell'effetto cartolina, che vuole proporre una visione personale, non soltanto una trama e dei personaggi più o meno originali.
voto 8/10
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