Regia di Tsui Hark vedi scheda film
Uno storpio diventerà un guerriero, quando lo scintillio di una vecchia spada vibrerà ancora
Testa di Ferro ed On ( Vincent Zhao) sono amici che lavorano nella "Manifattura Lame", un attività che forgia spade letali, e nel frattempo difendono il villaggio dalle incursioni dei banditi. Un terribile avversario chiamato "Flying Dragon" farà la sua comparsa, ed allora i due, che nel frattempo hanno preso strade diverse, tenteranno di opporsi alla violenza.
Niente di simile si era visto prima di "The Blade" di Tsui Hark , stratosferico ed iperviolento wuxia, remake di un classico Hongkonghese quale "One Armed Swordman" del 1967, opera che nelle mani di Tsui diventa dinamite pura.
Nonostante un intreccio che troverà la quadra solo nell'epilogo la forza centripeta del film rimane dirompente: proprio cosi, la camera non filma ma rotea attorno ai personaggi, divorando lo spazio che viene percepito in perenne movimento. E non si tratta di mero esercizio calligrafico, ma di un urgenza narrativa che diviene tale quando a dominare sono la polvere ed il sangue. Il fuore dei combattimenti e delle coreografie scaraventa nel turbine dell'azione senza possibilità d'appello, almeno fino a quando qualche magnifico controcampo si paleserà davanti ai vostri occhi, ed allora si , potrete respirare.
Una regia, che ha come ultimo cruccio il voler compiacere lo spettatore, è quasi brutale nei cambi di registro e asseconda un epica sempre presente, mai eccessiva.
Imperdibile per tutti gli appassionati del genere wuxia, "The Blade" è qui, in tutta la sua profetica magnificenza, un opera inimitabile che testimonia la vitalità di un regista fondamentale per il cinema di Hong Kong e che ancora oggi non smette di sperimentare.
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