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Le jene del quarto potere

Regia di Jean-Pierre Melville vedi scheda film

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La recensione su Le jene del quarto potere

di alan smithee
8 stelle

J.P. MELVILLE

In una New York sfavillante del periodo natalizio, con l'occhio ammaliato e meravigliato dello straniero europeo affascinato da una skyline inarrivabile tutta montagne cubiche di cemento sovrapposto, così poco da Vecchio Continente, lo sguardo del nostro contemplatore e narratore forestiero si posa su tre ragazzini di differenti origini, ma tutti e tre emigrati nella Grande Mela, per introdurci, con perfetta coerenza di spirito, nell'aula delle grandi decisioni del Palazzo delle Nazioni Unite.
Una giornata come tante, oggi al congresso, con l'ingresso di un nuovo stato tra i Paesi dell'orgazizzazione, ma un particolare insolito che non poteva non essere notato: il delegato di una nazione non citata (ma è la Francia), risulta assente senza giustificato motivo.

La circostanza attiva il mondo della press, che, in mancanza di notizie più concrete e importanti, inizia a scalpitare per cercare di trarne una notizia degna di fare la differenza, di creare un vero e proprio scoop da pettegolezzo, sforzandosi di trasformare quella assenza eccelkente in un caso da gossip malizioso..

Uno zelante giornalista francese (lo interpreta lo stesso Melville, per la prima ed unica volta in questa veste in un suo film),  si reca a svegliare il suo fotografo, donnaiolo impenitente, e lo mette in azione assieme a lui per indagare sulle circostanze di quel fatto sospetto, setacciando una ad una le conoscenze del delegato.
Ne viene fuori - contenti tutti - una questione di donne, con una amante segreta, un morto, e la necessità commerciale e spudorata di trasformare una questione intima e privata, in un caso in grado di far vendere a palate la testata in grado per prima di esplicitare frammenti di notizia, vera, circuita od artefatta che sia.

Un Melville in gran forma, graffiante, qui al suo meglio anche distante da casa, firma un apologo pungente e dal ritmo scattante sulla disonestà e perfidia, senza alcuna deontologia morale o professionale, di certo giornalismo sensazionalista che esula da fonti reali ed anzi le reiventa con reiterata malizia.
Il gran cineasta francese procede di filato, andando dritto al punto e puntando il dito contro l'avidita' da scoop che spinge giornalisti e paparazzi a divenire squali affamati al servizio di una verità deviata verso una mistificazione ed un inganno che mercifica situazioni private, modificando i fatti reali per colorare aspetti e circostanze altrimenti insapori, invadendo intimità legittime, infischiandone se la notizia risulta artefatta e maliziosamente e morbosamente travisata così da distruggere equilibri delicati e fragili, e spesso favorendo sviluppi drammatici ed indesiderati.

scena

Le jene del quarto potere (1959): scena

Jean-Pierre Melville

Le jene del quarto potere (1959): Jean-Pierre Melville

Argomenti e tematiche vivi ed attuali anche dopo sessanta e più anni, dopo che il progresso ha completamente cambiato i sistemi di comunicazione e diffusione delle notizie, ma certamente non modificato certe cattive abitudini che hanno ormai fatto scuola, proprie di chi, pure nell'era della "privacy" difesa con ogni scrupolo e mezzo, non si cura del rispetto della sacralità ed indispensabile inviolabilità della sfera intima di cui ognuno - uomo normale come vip - ha necessità di poter far valere come diritto sacrosanto e da tutelare.

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