Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film
Aki Kaurismaki ha uno stile inconfondibile, forse è l'unico rimasto a fare cinema in questo modo. Inquadrature prolungate con dialoghi stringati e diretti,narrazione in equilibrio fra denuncia sociale e dramma individuale sorretta da una amarissima, surreale vena comica. Il suo cinema è così lontano dai modelli e dai codici dominanti che viene scambiato per favola buonista, quando invece rappresenta uno spaccato reale della società moderna, e in particolare in Nuvole in viaggio, di quella europea. Su di uno sfondo blu soffuso ma carico di sentimento, la storia di una coppia che perde il posto di lavoro, travolta dalle regole di mercato, dalla modernità, dall'imbarbarimento dei rapporti umani. Costretti a passare dal ruolo di protagonisti consumatori, marito e moglie si ritrovano a vivere nel bisogno con dignità, si scontrano con la dura realtà che è esattamente quella in cui vivevano da occupati ma che considerata la loro nuova posizione sociale si manifesta per quello che è: esclusiva, perfida, disumana. Forse si salveranno imparando a guardarsi dentro e soprattutto intorno, per riappropriarsi di quel senso di collettività e di solidarietà che, piaccia o no, permette ancora al mondo di tirare avanti. Girato con uno stile minimalista e rigoroso è un'insieme di fotogrammi di vita che ridefiniscono l'esistenza dei protagonisti, in cui è evidente il senso di partecipazione affettiva del regista, afflitto dalla nostalgia per la storia di un continente e della sua cultura, cinema d'autore compreso.
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