Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film
A Helsinki un marito e una moglie perdono contemporaneamente il lavoro. Lurie (Kar Vääränen) fa il tranviere e Ilona (Kati Outinen) la capocameriera in un ristorante. La ditta dei tranvai è costretta a ridurre il personale perchè è previsto un taglio delle linee dei trasporti. Il ristorante "Dubrovnik" chiude. Sono disorientati e iniziano un odissea per la ricerca di un nuovo lavoro che li porta per inutili uffici di collocamento, agenzie che vogliono soldi solo per dare il nome di un ipotetico datore di lavoro, brutti ceffi che fanno lavorare in nero e picchiano anche e banche troppo rigide con chi cerca di rilanciarsi.
Nuvole in viaggio - Kar Vääränen e Kati Outinen
Ilona e Lurie sono i "nuovi" disoccupati e sono indotti a conoscere un mondo a loro totalmente estraneo, avvolti com'erano in una pace sociale vissuta da perfetti conformisti, da comuni consumatori che devono ancora finire di pagare le rate della televisione, del divano e della libreria (senza libri). Il loro equlibrio viene spezzato di punto in bianco e quel mondo a cui si erano acriticamente allineati gli volta le spalle con cinica superficialità. Diventano vittime sacrificali di una crisi più generale, frammenti anonimi nel calderone indifferenziato dei mercati "globali". Con Kaurismaki si viaggia sempre al ritmo dell'ironia mista a tristezza, con la laconicità dei dialoghi ed ambientazioni rarefatte. Poi c'è la buona musica, che non guasta mai. Nei suoi film il senso del grottesco è sempre dietro l'angolo e sembra voler rappresentare l'elemento che addolcisce le difficoltà insite nel vivere quotidiano. Il suo è un cinema sociale in cui, piu' che concentrarsi sulle dinamiche socio economiche che determinano le iniquità sociali, si pedinano le piccole storie umane che da quelle dinamiche sono messe in pericolo. Kaurismaki si interessa delle vittime degli effetti più che delle cause che li hanno prodotti. Gli interessa l'umanesimo di quelle vittime, la loro capacità di resistere, la loro voglia di reagire e guardare avanti. Il film ha volutamente un lieto fine perchè quello che si è visto prima è troppo pieno di cinismo e cattiverie per poter rappresentare compiutamente un mondo in cui, nonostante tutto, si possa avere ancora la voglia di sperare in qualcosa di buono per il futuro. Tanti contenuti importanti in poco spazio. Grande cinema.
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