Regia di Scott Kalvert vedi scheda film
La grandezza di un attore si vede all’origine della sua carriera. Prima che il nome si trasformi da semplici lettere a solchi profondi nell’olimpo di Hollywood. La grandezza di Leo DiCaprio è espressa da questo film all’eternità. Quando il “biondino di Titanic” non era ancora leggenda era già mito, perché lui è un predestinato, uno con il sangue intriso di passione. In questo film struggente per quanto sia crudo, Leo non è ancora conscio di quanto la sua recitazione sia immensa. Privo dello sguardo profondo come un pozzo di emozioni che più tardi arriverà ad arricchire la sua inarrivabile bravura, ha già, dalla sua, l’espressività inimitabile. Un film molto ottimo con un protagonista eccellente, che leggiadro si muove sulle piacevoli note di una colonna sonora che accompagna una distinta fotografia. Se DiCaprio è il centro d’attrazione, Juliette Lewis e la gang di teppistelli non sono per niente male e riescono a rappresentare, in modo acuto e reale, l’abisso infernale dell’eroina nel quale è facilissimo cadere ed è tanto più difficile risalire. Qualcuno però ci riesce: quelli che sembravano spacciati. Ne escono più forti e diventano l’esempio da seguire per ricominciare a vivere, per ritornare dal quel nulla che li aveva inghiottiti.
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