Regia di Danny DeVito vedi scheda film
Non è soltanto un comune film per bambini. Innanzitutto ricordiamo che il soggetto è tratto dal romanzo di Roald Dahl, che ha scritto alcuni tra i più libri per l’infanzia (mi vengono in mente Il GGG o Le streghe, con una menzione particolare a quest’ultimo perché mi fece letteralmente paura), e dunque abbiamo a che fare con materia creata da chi i bimbi riusciva a stuzzicarli a suon di fantasiose storie. Danny De Vito ne conserva lo sguardo ferocissimo sugli adulti, visti come inetti e derelitti incapaci di afferrare il senso profondo del vivere degli altri (in questo caso della piccola Matilda, figlia abbandonata ai suoi sogni puerili). Non è un caso che lo stesso De Vito si ritagli la parte del padre volgare e rozzo, quasi a determinare al pubblico la propria appartenenza sentimentale, lo schieramento nel quale si identifica (quello di Matilda). È una commedia ecumenica, che può piacere a tutti, anche perché l’epilogo lieto dà un barlume di speranza, quella speranza che sembrava perduta in tutta la storia (c’è un certo pessimismo latente). Mara Wilson è una Matilda perfetta nell’universo magico del film, ma chi resta nella memoria è la memorabile Pam Ferris come odiosa, insopportabile, terribile Preside Trinciabue, di cui è giusto ricordare almeno due battute: «La mia concezione di una scuola perfetta, è quella dove non ci siano bambini! Neanche l'ombra!» e «In quest'aula, in questa scuola, io sono il vostro Dio!».
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