Regia di Sergej Bodrov vedi scheda film
Un bel film ambientato durante la guerra fra russi e partigiani in uno stato del Caucaso, non nominato (la Cecenia?). Una colonna russa è attaccata a sorpresa e due soldati, il sergente Sascha e la recluta Vanya, restano a terra feriti; il pastore Abdul ottiene di prenderli per proporre uno scambio con il proprio figlio prigioniero dei russi, i quali però non si fidano. Successivamente Sascha viene giustiziato per aver ucciso un pastore durante un tentativo di fuga, mentre Vanya viene legato più duramente per impedirgli un’altra fuga. La bella giovanissima figlia di Abdul se ne innamora riamata; intanto la madre di Vanya viene a sollecitare lo scambio, ma durante un altro attentato e un tentativo di fuga il figlio di Abdul viene ucciso. Abdul aveva promesso che in tal caso avrebbe ucciso Vanya. Con il fucile puntato lo fa salire sul monte e giunto in cima torna a casa dopo aver sparato un colpo a vuoto. Vanya è salvo, ma mentre torna dai suoi vede passare uno stormo di elicotteri che si capisce che andranno a bombardare il villaggio, cui è ormai affezionato.
La storia d’amore tenera e appena accennata fra i due giovani accresce il senso di assurdità della guerra, così come l’incontro della madre di Vanya con Abdul e le tante scene idilliche di vita pastorale fra quei bei monti: un dolente film sull’amore, su ogni tipo di amore, e contro la guerra e ogni forma di violenza, anche quelle dei pregiudizi o della burocrazia.
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