Regia di Sergej Bodrov vedi scheda film
Un bel film, basato su un racconto di Tolstoj, ma portato ai giorni nostri, proprio agli albori della guerra tra la Russia e la Cecenia. Due soldati russi cadono nelle mani di un anziano montanaro ceceno che li vuole scambiare con il figlio prigioniero dei soldati russi. Li sorvegliano un ceceno muto e una ragazzina che s'innamora platonicamente del soldato più giovane. Il film è interessante dal punto di vista delle dinamiche carceriere/prigioniero, ma anche da quello dei due soldati, che non potrebbero essere più diversi l'uno dall'altro, dato che uno è un sergente scafato e fanfarone, mentre l'altro è una recluta timida e gentile (che regala alla ragazzina cecena un uccello di legno). Poi c'è l'altro piano, quello delle dinamiche che passano sopra la testa dei semplici soldati, tanto che il primo scambio non va a buon fine perché i russi non portano l'ostaggio. Ci sono scene di violenza (una quasi insopportabile) anche se non si tratta certo di un film d'azione. Entrano in scena sempre nuovi personaggi, come la mamma di Ivan o il vecchio ceceno che ha perso due figli per mano dei russi e il terzo si è arruolato proprio nella polizia. Il finale del film, potentemente pacifista, è pessimista, e sembra voler dire che la guerra, una volta messa in moto, marcia in avanti indipendentemente dalla buona volontà di tanti personaggi che pensano di essere protagonisti e invece sono soltanto pedine. Gli attori sono tutti bravi, da Menshikov a Bodrov Jr. (figlio del regista), da Sikharulidze alla giovane Susanna Mekhraliyeva.
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