Regia di John Carpenter vedi scheda film
Un ragazzo acquista da un anziano signore una vecchia macchina in stato di rottamazione. Dopo pochi giorni la rimette a nuovo e inizia a coltivare un'inquietante ossessione per lei, chiamandola per nome e mettendola davanti a famiglia, amici e fidanzata. Questo "amore morboso" porterà allo sviluppo di una serie di avvenimenti che cambieranno radicalmente il protagonista, e costringeranno i suoi amici più cari a fare qualcosa. Nonostante sia passato abbastanza in sordina, considerato come il solito horror B movie, penso invece che questa pellicola di Carpenter offra moltissimi spunti di riflessione. Anzitutto è da sottolineare l'indiscutibile abilità del regista, che è in grado di rendere la macchina "viva" a tutti gli effetti rendendola un personaggio terrrificante, ammantato di rosso e infernale, inquietante e misterioso in ogni sua inquadratura. Secondo poi, il film è messo in scena in modo incredibile in tutte le scene di inseguimento, di introspezione nel personaggio di Arnie e nell'utilizzo degli effetti visivi: l'ingegno artigianale del regista e dei suoi collaboratori rende la scena dell'"auto-riparazione" di Christine qualcosa che nulla ha da invidiare ai mega blockbuster stra pieni di esplosioni fintissime di oggi, con il piccolo dettaglio che è girato quarant'anni prima. Inoltre, ancora una volta il messaggio politico è evidente, e la denuncia di Carpenter contro l'attaccamento materialistico all'oggetto di capitalistica derivazione, alla merce, alla "roba" nella verghiana accezione, è lampante.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta