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Le pistole non discutono

Regia di Mario Caiano vedi scheda film

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La recensione su Le pistole non discutono

di scapigliato
8 stelle

Con il "pugno di dollari" di avanzo di questo film si produsse il capolavoro di Sergio Leone. Il resto è storia. Però non dobbiamo lasciarci guidare ciecamente dal cuore e considerare solo il film di Leone e non ciò che viene prima. Questa pellicola di Mario Caiano, in seguito celebrato regista spaghetti, è un grande western solido, ispirato chiaramente al canone classico, e senza nessuna vera e propria innovazione all'italiana, ma pur sempre un grande film. Ispirandosi ai due leggendari volti della frontiera, Pat Garrett e Billy the Kid, Caiano tesse il suo racconto intorno ai principali motivi del western classico americano attraversando tutti i luoghi simbolo del racconto western. Avremo così la rapina alla banca, la cattura dei due rapinatori, lo scontro tra lo sceriffo e il bandito, l'arrivo della cavalleria e la formazione di una famiglia: niente di più maledettamente americano. Le varie tappe del racconto sono tra le più esemplari e suggestive. Dopo la rapina inizia la vera avventura, e avremo così in fila: inseguimento nella prateria/pietraia, scontro tra le rovine, la posada del buen retiro, il deserto da attraversare, la città fantasma in cui sostare, e infine il ranch in cui farsi curare e sfamare.
Il film di Caiano adotta un registro solido, con battute dai toni tipicamente americani, con personaggi estratti dall'immaginario classico come il Kid, lo stoico sceriffo, la fattrice coraggiosa, il bandito buono, il messicanaccio (questo a dir la verità molto più eurowestern che altro). Sono tutti personaggi nati dalla leggendarietà di un luogo sì fisico e preciso, ma anche mitico in cui tutti possono legiferare il sogno. Caiano prende proprio quegli uomini e li usa come immagini tutte d'un pezzo per il proprio bellissimo racconto. Sono figure mitiche, perfettamente nel proprio ruolo, aiutate dai rispettivi interpreti: Rod Cameron, il biondo Horst Frank e il messicanaccio Mimmo Palmara. Certo, un film classico, ma non retorico. Perde punti verso il finale con quel odioso bambino che non vede l'ora di sparare e il successivo "arrivano i nostri" con tanto di costituzione di famiglia come chiosa finale. Fortuna che poi è arrivato Sergio Leone...

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