Regia di Patrice Leconte vedi scheda film
Un nobile di provincia, pieno di intenti riformatori, cerca di destreggiarsi nella Versailles di Luigi XVI. Un anziano gentiluomo lo istruisce su come evitare le trappole della vita di corte, la graziosa (e illuminata) figlia lo incoraggia nei suoi sforzi. Poi arriva la rivoluzione. Un film settecentesco nel senso migliore, pieno di spirito (a partire dal primo scambio di battute fra Berling e la Ardant: “Vostro marito era molto amico di mio padre” “Anche del mio”) ma niente affatto frivolo, anzi puntuale e implacabile nel denunciare la futilità di un mondo vuoto e già consunto ben prima che i sanculotti lo spazzassero via. Il bel visino di Judith Godrèche sembra fatto apposta per essere incorniciato da abiti d’epoca. Uno dei migliori film di Leconte insieme a Il marito della parrucchiera, L’insolito caso di Mr. Hire e Confidenze troppo intime: uno di quei casi in cui il giudizio negativo della redazione mi sembra francamente incomprensibile.
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