Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film
L'esordio di Kitano come regista è un ottimo, cupo poliziesco dove già emerge la straordinaria libertà interpretativa di quelli che sono gli elementi a lui più cari: una giustizia implacabile che però usa le stesse dinamiche del crimine, un protagonista (lo stesso Kitano) che non conosce mezze misure, un'ambientazione a metà tra un film di Tarantino ed un ispettore Callaghan. Cosi' gli omicidi dei criminali a cui da la caccia si confondono con i suoi metodi poco ortodossi, facendo emergere un quadro di sconcertante fascino, un film che alterna momenti riflessivi a pure esposioni di violenza, rese più vivide da un sapiente uso del rallenty e da una colonna sonora incalzante (tanto di cappello nell'aver saputo coniugare le musiche classiche di Satie in una versione moderna e perfettamente calzante alle immagini che accompagnano). Un film che dice già molto di quelle che saranno le capacità di un regista destinato ad affermarsi sul piano internazionale, grazie anche al successo di "Hana-Bi" con il Leone d'oro di Venezia.
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