Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film
Azuma è un poliziotto sociopatico e senza scrupoli, che non esita a utilizzare la violenza in modo sfrenato sia durante le operazioni lavorative che in situazioni di vita quotidiana. Quando sua sorella, dimessa da un centro di salute mentale, viene rapita e violentata da alcuni malavitosi, il protagonista non vede ne sente più ragioni, e innesca una spirale di violenza infinita e irrazionale, del tutto inarrestabile. è incredibile come il film di Kitano, pur essendo traboccante di scene violente dall'inizio alla fine, si configuri in realtà come un film assolutamente contro l'impiego di una tale brutalità. Il film gioca molto sulla legge del taglione, dell'occhio per occhio, mostrandoci come non esista occasione in cui chi commette violenza non la riceverà a sua volta. In questo gioco di rimbalzi di atti virulenti il nostro protagonita è probablimente anche pretesto per denunciare un tipo di comportamento della polizia giapponese, assolutamente libera di risolvere qualsiasi tipo di questione con manganello e pistola. Kitano gira, come al solito, in modo brillante, dando grandissima attenzione alla composizione dell'inquadratura e alla disposizione gerarchica dei personaggi in scena.
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