Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film
Gli anni Ottanta si chiudono con un evento straordinario, ossia l'esordio alla regia nel 1989 di Takeshi Kitano con Violent Cop; probabilmente uno dei registi post-moderni più famosi ma che di post-moderno non condivide proprio nulla, dal momeno che questa particolare periodizzazione indica un cinema in cui vengono (ri)considerati tutti gli elementi precedenti della storia cinematografica ma il tutto va in fumo con Kitano che al contrario propone un qualcosa di nuovo ed originale, formulando uno stile unico ed inconfondibile che lo porterà ad essere uno dei registi asiatici, e non solo, più apprezzati al mondo.
Sinossi: Ozuma è un poliziotto durissimo, il classico detective hard boiled famoso per i suoi metodi poco ortodossi; dopo aver scoperto che il suo amico e collega Iwaki è immischiato in traffici illeciti, la vita di Ozuma verrà letteralmente stravolta...
Violent Cop in origine doveva essere diretto dal noto regista Kinji Fukasaku ma all'ultimo dovette ritirarsi dal progetto quindi Takeshi Kitano scritturato come protagonista, in quel periodo in patria famosissimo comico, dopo aver ottenuto il benestare da parte della casa di produzione (la Bandai Media Department) decise di girarlo lui stesso apportando subito notevoli stravolgimenti rispetto al plot originale, esordendo quindi dietro la macchina da presa.
Con Violent Cop, pur non avendo ancora trovato la maturità dei titoli successivi, si può già evidenziare un determinato stile personale che poi diventerà marchio di fabbrica del maestro giapponese.
Per prima cosa al centro dell'impianto narrativo troviamo il tema della Yakuza, per lui molto importante, visto la sua difficile infanzia (è cresciuto in un quartiere molto povero in cui la delinquenza organizzata era una realtà affermata); tuttavia Kitano riscrive il genere allontanandosi dalla forma classisica dei Ninkyo Eiga della Toei, rifiutando lo stoico senso di sopportazione degli eroi interpretati da Takakura Ken.
In secondo luogo il ritmo delle sue opere, in apparenza lento, è in realtà un po' come le onde che si infrangono sugli scogli quindi calmo e allo stesso tempo burrascoso ed il tutto è già ampiamente visibile in questo esordio.
Parlando di onde segnalo un altro elemento fondamentale della sua poetica, qui presente, ossia il mare: un luogo nel quale la realtà sporca e corrota sembra fermarsi momentaneamente, pensiamo ad esempio quando Kitano esce dall'ospedale con la sorella e si dirigono appunto verso il mare (scena alquanto contemplativa).
Violent Cop, come gran parte dei suoi yakuza eiga, è un film a tratti cupo e pessimista, alternato tuttavia a sequenze ironiche come confermano alcune battute dei personaggi.
Menzione di merito per il finale, fatalista e amaro in cui il protagonista sa benissimo di andare incontro ad un destino oscuro dove troverà morte certa, costante dominante nel cinema di Kitano.
Oltre ad uno stile contentistico molto valido, Kitano è noto per una regia singolare ed il tutto lo si può già ammirare in questo suo esordio; uno stile caratterizzato da molte immagini statiche che si alternano ad improvvise esposioni di violenza realistiche e brutali, pensiamo solamente quando Kitano interroga con veemenza Kiyohiro; un montaggio (curato dallo stesso Kitano) in cui un'intera vicenda narrativa viene racchiusa in pochissime inquadrature.
Concludendo Violent Cop è un film fondamentale poichè come già scritto in precedenza segna l'esordio alla regia di Kitano, che da li a poco diventerà uno degli interpreti più famosi del moderno cinema giapponese.
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