Regia di Cameron Crowe vedi scheda film
Il procuratore di successo Jerry Maguire (Tom Cruise), travolto da un fremito di onestà intellettuale mista ad idealismo, tenta di cambiare le regole del gioco all’interno di un settore, quello dei procuratori sportivi, ricco di squali arrivisti. Questo suo nuotare controcorrente lo porta al licenziamento ed a dover ricominciare tutto da capo. Con lui rimangono solo l’inaffidabile giocatore di football Rod Tidwell (Cuba Gooding jr.) e la segretaria Dorothy (Renèe Zelwegger). Entrambi sapranno aiutare Maguire non solo (e non tanto) a ricostruire la sua carriera professionale, ma a creare le basi dell’essere uomo, regalandogli amicizia ed amore, prima ancora che soldi e riscatto personale.
Il film, per la regia di Cameron Crowe, che ne è anche sceneggiatore, è diventato un piccolo cult movie, un classico del cinema americano nonostante sia un prodotto relativamente recente. I segreti del successo sono i meccanismi adottati dallo stesso Crowe, che inscena una storia molto intensa ed emozionante, ma soprattutto ben girata ed interpretata magistralmente dai protagonisti, tra cui Cuba Gooding jr. vincitore di un mai tanto meritato Oscar come attore non protagonista. Fermo restando la bontà del prodotto, il film ha tuttavia delle evidenti pecche, tra tutte quel sapiente equilibrio tra moralismo e moralità che appare come un non schierarsi degli autori difronte a uno dei problemi della realtà quotidiana, sacrificata all’altare del dio danaro. La partita a ping pong tra moralismo e moralità non la vince nessuno, perché il regista non vuole svelarci la via giusta, forse perché non la conosce, forse perché è più semplice così. “Jerry Maguire” è una storia, semplicemente una storia. Senza fini né messaggi. È qui che pecca il film. Il finale non è scritto: siamo davvero certi che Jerry Maguire non ritornerà a fare lo squalo? In fondo le ultime scene del film ci fanno capire che i soldi e le soddisfazioni sono arrivate, ma non ci dicono come e se Jerry ha imparato il difficile mestiere di essere un uomo giusto. Anzi, l’ultima scena potrebbe indurre a pensare il contrario. Ecco perché, a conti fatti, Crowe, sotto un incarto di notevole fattura, nasconde un cioccolatino dal gusto ambiguo.
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