Regia di Tim Burton vedi scheda film
Satira geniale e apocalittica sul tema dell’invasione aliena, ma vengono messe alla berlina anche la politica e la società americana. Ne vien fuori un film intrigante, pungente e divertente. Non ha una trama vera e propria, ma solo un susseguirsi di vicende paradossali e grottesche mai a lieto fine.
Il regista cede la scena a degli alieni non molto alti e macrocefali che vogliono conquistare la terra, distruggendo tutti i suoi abitanti. Sono creature ostili, fredde e per nulla loquaci, eppure qualcuno pensa di poterli fare ragionare. La scena del discorso di pace tenuto dal presidente degli Stati Uniti, che fa bagnare gli occhi di lacrime (finte) a uno degli extraterrestri, è memorabile… da antologia.
La pellicola è narrata e vissuta dal punto di vista degli alleni; sono loro a condurre il gioco e a vincere sterminando chiunque li disturbi per un motivo o per l’altro. Non viene fatta eccezione per razza, sesso, età, religione e posizione sociale, anche se alla fine, non si sa se per un caso fortuito o se per una loro concessione mirata, riescono a scamparla soltanto degli individui emarginati e disadattati – personaggi da sempre prediletti da Tim Burton, che ha un’abilità unica nel mettere gli spettatori in condizioni tali da tifare per i suoi freaks.
Un’opera dunque sconclusionata e senza morale, diretta da un regista che riesce a rendere autoironiche perfino le circostanze più avverse.
Il suo “Mars attacks” strizza l'occhio in maniera del tutto libera ai più noti capolavori di fantascienza.
Lo script è sfacciato, ha un buon ritmo e fortifica la sua formula graffiante grazie ad alcuni colpi di scena velenosissimi. Discreti gli effetti speciali discreti, scenografie abbastanza suggestive e cupe e un cast stellare di tutto rispetto che offre delle ottime interpretazioni. Si lasciano ricordare in modo particolare l'istrionico Danny De Vito, Glenn Close, Pierce Brosnan e Jack Nicholson, impegnato in un ruolo doppio in cui si è rivelato memorabile e basico.
In definitiva, un piccolo cult tutto da gustare se piace il genere.
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