Regia di Luca Barbareschi vedi scheda film
Barbareschi con il suo ego incommensurabile pensava all’epoca di essere un grande regista cinematografico, dopo aver pensato di esserlo nel teatro, magari ricopiando quelli a cui pensava di essere più affine, o che almeno li potesse addirittura superare, insomma sempre e comunque il famoso uovo di Colombo, o almeno pensava che si trattasse di tale, ma il talento se non c’ è nessuno se lo può inventare nel proprio cervello, se c’è viene fuori altrimenti è solo una perdita di tempo e denari. Allora cosa facciamo, ci si inventa una casa di produzione, Casanova, non a caso, con dietro i soldi di Medusa, vi ricorda qualcuno?? E così buttiamo un po’ di denari, magari anche pubblici. Barbareschi in questo film si improvvisa Avati, non tenendo conto che anche questo regista non sempre è stato eccezionale, e fa un’operazione anni ’60 di nostalgia familiare, con attori anche ottimi, ma inseriti malamente in un contesto non ideale, con un regista ed una sceneggiatura presuntuosa e non adatta; alla fine ne viene fuori una storiella risaputa, con battute scontate e mal inserite. Insomma la storia doveva essere messa in mano ad altro regista e forse se ne poteva trarre qualcosa di più interessante, e poi con un Barbareschi che cerca in tutte le maniere di sostituire Gassman di annata, ma come sempre la sua presunzione ed i mezzi messi a sproposito a disposizione gli hanno fatto perdere il senso dell’equilibrio e della realtà. Non a caso la storia e sceneggiatura oltre che da Barbareschi è stata firmata da Anna Samueli, vedi Barbarossa e Don Matteo, di deve dire altro??!.
una storia nostaslgica e non fatta bene, meno male che ci sono attori bravi
un presuntuoso sempre e comunque
scimmiottare non vuol dire recitare
contenuta, se la cava discretamente
sempre un grande ed un esempio a cui Barbareschi si dovrebbe ispirare
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