Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
Soderbergh mette in disparte le divertenti e divertite rapine per sondare altri terreni cinematografici.
Soderbergh lascia le rapine patinate de "Ocean 11/12" e le rapine dei personaggi falliti (molto Coheniani) de "La truffa dei Logan) e si immerge in un thriller psicologico di tutte altre atmosfere e tecniche di regia. Il film lancia una feroce critica al servizio sanitario americano ed ai social media intesi quali "invasori di privacy" nonchè cannibali famelici di personalità di privati cittadini. Il film procede claustrofobico, lugubre con una trama costruita a gradini dove ad ogni piccolo twist lo spettatore è chiamato a seguire il film su un sltro binario cioè verso una altra direzione di accadimenti.
Soderbergh costruisce così ( e con immagini girate con un I-phone ... almeno così ci racconta lui...) uno dei suoi giocattoli più intriganti dove si respira, senza urlare al capolavoro, il grande amore verso un cinema intelligente aperto a una sottile introspezione e a sperimentazioni registiche. Nota di merito la buona prova della protagonista Claire Foy. Soderbergh forever
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