Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
La tesi, ambigua e provocatoria, è quella di un riscatto sessista di tagliatrici di teste in tailleur che scontano l'insana frustrazione verso l'atavica subordinazione ai barbuti signori, padroni del loro mondo: attenti alla testa, non quella, l'altra! Le classiche bugie del sesso non consumato e dei videotape fatti in casa.
A dispetto del suo nuovo impiego e della sua nuova vita lontana da casa, la giovane Sawyer Valentini soffre ancora per i postumi di un inconfessabile trauma sessuale e per i difficili rapporti con la madre vedova. Quando si rivolge ad una struttura specializzata per una consulenza psicologica, viene proditoriamente obbligata al ricovero coatto. Qui tra la difficile convivenza con gli altri degenti e la burocratica freddezza del personale impiegato, la presenza di uno stalker che la perseguita, sembra materializzare i suoi incubi peggiori.
Donne che odiano gli uomini
Da Repulsion a Qualcuno volo sul nido del cuculo, una denuncia in chiave thriller di un sistema sanitario kafkiano che mantiene l'ironia sul versante di una black comedy politically uncorrect e sfida il senso del ridicolo nell'agitare lo spettro di una plausibile mistificazione del reale. Se il tema portante potrebbe essere quello di un'industria dell'ospedalizzazione forzata che trasforma in un incubo ad occhi aperti la naturale propensione di qualunque paziente a sentirsi in gabbia, Soderbergh sembra invece interessato ai piu prosaici meccanismi della suspense ed alla natura distruttiva dei rapporti umani: un'ambiguità dove gli incubi sessuofobici della protagonista (novella cappuccetto rosso del telefono rosa) si scontrano con il cul de sac di una teoria del complotto per cui il maniaco di turno metiterebbe un alloro honoris causa. ("Non è difficile trovare un lavoro qui. Non servono titoli di studio. Non serve un cazzo di training!"). Se Carpenter la buttava da par suo sull'horror claustrofobico ed i labirinti della mente (The Ward - Il reparto), quest'ultima boutade sperimentale dello svedese di Atlanta rasenta l'involontario demenziale di un amore bugiardo, involuto e pauperista che sembra stornare dalla protagonista i sospetti di insania mentis e chiama in causa le inadempienze giuridiche del mondo occidentale verso la minaccia globale della violenza sessista. Insomma dopo la consapevolezza femminista di una candida eroina del porno (The Girlfriend Experience), seguono naturalmente le giustificate turbe psichiche al tempo del #Meetoo e le scene da un matrimonio (impossibile) tra una smilza in carriera col complesso di Elettra ed uno stalker sempliciotto che fa la fine del sorcio. Scatto di orgoglio nel finale concitato, aperto al carnage di una schermaglia verbale di cattiverie assortite ed al tentativo di fuga con una preda ferita che sembra eccitarsi all'odore del sangue.
La tesi, ambigua e provocatoria, è quella di un riscatto sessista di tagliatrici di teste in tailleur che scontano l'insana frustrazione verso l'atavica subordinazione ai barbuti signori, padroni del loro mondo: attenti alla testa, non quella, l'altra! 1,5 milioni di $ per una produzione in cui la nota mela morsicata ha fornito tutti e solo i mezzi di ripresa sembrano decisamente troppi, ma l'incasso al box office e la benevola condiscendenza della critica festivaliera ( fuori concorso alla 68ª edizione del Festival di Berlino) sembrano dare ragione alle bugie del sesso non consumato ed ai videotape fatti in casa.
Ho perso un'altra occasione buona stasera
è andata a casa con il negro, la troia!
mi son distratto un attimo...
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