Regia di Alonso Ruizpalacios vedi scheda film
FESTIVAL DI BERLINO 2018 - ORSO D'ARGENTO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA
Juan e Benjamin sono studenti fuori corso. Juan in particolare, figlio borghese di uno stimato medico, da anni in procinto di laurearsi in veterinaria, è considerato un fallimento da tutta la sua famiglia, e lasciato in balia di se stesso a crogiolarsi nella sua inconcretezza latente.
Benjamin ha solo il padre a cui riferirsi, che versa in condizioni di salute assai precarie, facendo vivere il figlio in assoluta dipendenza del primo.
Il giorno in cui i due scellerati organizzano uno spericolato colpo al Museo Nazionale di Antropologia, e nonostante l'apparente ingenuità del loro agire, riescono a mettere in opera il colpo, automaticamente vengono considerati dei professionisti, oltre che dei nemici della patria, e dunque si vedono ridursi a fuggiaschi protesi a far fruttare il ricco malloppo conquistato: così ricco che non ha prezzo, e dunque valore, come cerca loro di spiegare un celebre e disonesto antiquario, proprietario di altri oggetti trafugati, ma di minor valore e destinatari di minori attenzioni mediatiche.
Il film del regista messicano Alonso Ruizpalacios (già noto per il curioso, ammiccante Gueros) segue le mosse concitate dei due, alle prese con la loro carambolesca fuga col malloppo troppo scomodo: ne scaturisce un film al massimo carino, di cui si apprezza la pregevole ambientazione anni '80, forte di una corretta e meticolosa ricostruzione d'epoca, ma pure l'orgoglio nazionale che trapela da un popolo troppo poco noto per le proprie doti, e le risorse culturali nazionali, e sempre troppo sulla cronaca dei fatti per questioni legate alle evidenti problematiche economiche e sociali, che lo rendono un paese forte di tante culture ed etnie, ma legato dal triste primato del forte tasso di emigrazione nei confronti del confinante Usa.
Valido pure il cast variegato che ne risulta impegnato, impegnato a delineare caratteri forti e sfaccettati anche nei vari numerosi personaggi secondari in capo alla famiglia borghese del protagonista, e che si rivela forte di due nomi internazionali come il piccolo (di statura) protagonista Gael Garcia Bernal, e il leone ruggente e carismatico Alfredo Castro, attore feticcio di Pablo Larrain.
Certo il premio della sceneggiatura ad una Berlino 2018 davvero controversa per le scelte perpetrate dalla giuria, mi pare davvero un azzardo senza giustificazione.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta