Regia di Maurizio Zaccaro vedi scheda film
1992: partiti dall'Italia per una battuta di caccia in terra jugoslava, tre amici (Ghini, Catania e Zibetti) si trovano inaspettatamente al centro di un conflitto etnico-religioso appena iniziato. Una guardacaccia serba (Djukelova) riuscirà a farli tornare in Italia. Per un decennio abbiamo avuto alle porte di casa un conflitto del quale il cinema nostrano sembra non essersi quasi accorto. Una delle poche eccezioni viene dal cinema d'impegno civile di Maurizio Zaccaro (già autore di opere come L'articolo 2), dell'italo-argentino Marco Bechis e di Gigi Riva, autori del soggetto. A loro si sono affiancati Umberto Cantarello e Lara Fremder, che hanno saputo costruire un plot narrativo che inizia con toni da commedia per proseguire come un incubo incalzante, i cui umori vengono inaspriti dalla fotografia, cupa ed efficacissima, di Blasco Giurato. Peccato che, come ha fatto notare Mereghetti, il film "perpetui l'idea errata della guerra nell'ex Jugoslavia come guerra tribale, dunque caotica e incomprensibile".
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